Annunciato il nuovo taglio ai tassi d’interesse da parte del governatore della BCE (Banca Centrale Europea) Mario Draghi: il tasso sulle sue principali operazioni di rifinanziamento scende all’1%.
L’obiettivo è di ridare fiducia ai mercati finanziari, sostenere il sistema creditizio e favorire la liquidità nell’Eurozona portando i tassi d’interesse il più vicino possibile allo zero.
Draghi ha inoltre offerto disponibilità a finanziare le banche con liquidità illimitata a 36 mesi.
Niente da fare, invece, per l’ulteriore acquisto di titoli di Stato da parte della Bce – nè di altri finanziamenti – e neppure per il rifinanziamento del Fondo Monetario Internazionale.
Il costo del denaro
L’annuncio ha confermato le attese degli analisti, ad esempio Barclays Capital aveva previsto che il costo del denaro sarebbe sceso all’1% (-0,25 punti percentuali), ovvero il minimo dall’introduzione dell’euro, per poi essere portato a breve termine (entro gennaio) allo 0,75%. A febbraio si dovrebbe infine raggiungere lo 0,25%.
Ampliamento delle garanzie collaterali
Per ovviare alla la mancanza di liquidità dell’Eurozona gli esperti rivelano che potrebbero essere ammessi come collaterali anche asset denominati in dollari, sterline e yen giapponesi.
Probabile anche l’introduzione di operazioni di rifinanziamento a lungo termine (LTRO) a due e tre anni, più flessibili. Quest’ultima soluzione viene data per molto probabile anche dalla Morgan Stanley, insieme ad un innalzamento della soglia di emissione di bond e ad una intensificazione dell’acquisto di obbligazioni bancarie da parte della Bce.
Investimenti
La banca d’affari statunitense ha previsto tre possibili scenari, relativamente al taglio dei tassi che la Bce si appresta a praticare, individuando a seconda della loro entità le migliori opzioni di investimento.
Inflazione
La BCE ha aggiornato le previsioni sull’inflazione dell’area euro: il tasso 2011 si assesterà tra il 2,6% e il 2,8%. Precedentemente era stato ipotizzato un tasso compreso tra il 2,5% ed il 2,7%). Nel 2012 l’intervallo indicato da Draghi è compreso tra l’1,5% e il 2,5%. La crescita nell’eurozona sarà compresa tra l’1,5% e l’1,7% nel 2011 e tra il -0,4% e + 1% nel 2012.
La reazione dei mercati
Dopo i cali registrati in mattinata, è sembrato che i mercati rispondessero positivamente all’annuncio delle Bce (lo spread Btp/Bund è sceso sotto i 400 punti base), come avvenuto con il taglio dei tassi d’interesse dello scorso novembre. Ma l’effetto è durato poco e ne pomeriggio il trend si è invertito forse perché Draghi ha rivelato che la decisione di tagliare i tassi d’interesse non è stata presa all’unanimità o perché non si è dimostrato disponibile a concedere prestiti al Fondo monetario internazionale (FMI) per combattere la crisi del debito dei Governi europei.