La manovra finanziaria “salva-Italia” messa a punto dal Governo Monti richiede forti sacrifici ai cittadini, soprattutto in virtù delle numerose tasse introdotte, mentre meno evidenti risultano i tagli alla politica.
Il capo del Governo, Mario Monti, sottolinea sempre di aver chiesto agli italiani molti sacrifici, in termine di tasse, ma a conti fatti le misure della manovra finanziaria potrebbero risultare insostenibili.
Alla manovra correttiva, che ammonta a 30 miliardi di euro, si devono sottrarre i 10 miliardi destinati allo sviluppo e rimuovere i 4 miliardi che serviranno ad evitare il taglio delle agevolazioni fiscali nel 2012.
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Per questo il costo, e quindi l’effetto complessivo della manovra sulle famiglie, sarà di 16 miliardi di euro, pari a 635 euro nel triennio 2012-2014 per i 25 milioni di nuclei famigliari italiani.
Inoltre se si aggiungono le altre manovre elaborate dal Governo Berlusconi, la cifra raggiunge i 6.400 euro nel quadriennio 2011-2014.
«Una vera stangata – secondo l’associazione Cgia di Mestre – che rischia di mettere in ginocchio l’economia del Paese». Stessa linea per l’Adoc, associazione per la difesa e l’orientamento dei consumatori, secondo la quale l’impatto della manovra sarà pari a 2.895 euro annui, ovvero due mensilità medie di stipendio annuo in meno per ogni famiglia.
A pesare sui bilanci soprattutto l’IVA (che potrebbe raggiungere nel 2012 quota 23%), la reintroduzione dell’ICI sulla prima casa e l’aumento delle aliquote IRPEF, o meglio l’incremento dell’addizionale regionale dallo 0,9% all’1,23%. Questo senza contare che anche gli interventi contenuti nella riforma delle pensioni non hanno di certo contribuito a rasserenare i cittadini.