Il periodo di crisi finanziaria ha determinato la chiusura o il ridimensionamento di molte aziende sul territorio nazionale. Le cronache quotidiane segnalano continuamente tagli al personale e piani per la riduzione dei costi. E la fiducia crolla.
Non solo: l’Italia è risultata essere agli ultimi posti tra i Paesi OCSE in quanto a stipendi. Solo 23ma dietro anche a Grecia e Spagna, la busta paga del dipendente italiano paga lo scotto del cuneo fiscale, con uno stipendio netto in media pari a 21.374 dollari (-17% della media OCSE).
Non sorprende, quindi, che i lavoratori italiani abbiano perso la fiducia nel motore economico nazionale, posizionando il proprio indice sul valore 37 in una ipotetica scala da 0 a 100. Queste sono le considerazioni offerte dell’Indice di Fiducia realizzato dall’agenzia italiana per il lavoro Gi Group, grazie alla collaborazione con OD&M Consulting.
Le 3300 persone che per il momento hanno partecipato all’intervista hanno espresso particolari preoccupazioni per quanto riguarda le disponibilità personali (31%), seguite a breve distanza da dubbi sull’operato delle istituzioni (27%).
I lavoratori hanno risposto a domande che insistevano su quattro aree tematiche focalizzata sulla situazione economico-finanziaria dell’azienda di appartenenza, sulla propria situazione lavorativa, sul mercato e sulle istituzioni che ruotano intorno al contesto lavorativo.
Di tutta la popolazione partecipante hanno espresso un parere maggiormente positivo i manager e lavoratori senior, insieme ai giovani al di sotto dei trenta anni. Al contrario le fasce con la minore fiducia sono state quelle dei lavoratori del sud e delle donne.