Crescita economica: Ocse, Italia a rischio recessione

di Noemi Ricci

Pubblicato 29 Novembre 2011
Aggiornato 9 Dicembre 2021 09:36

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Stime Ocse al ribasso per la crescita economica italiana: per il consolidamento servono riforme strutturali efficaci e non aumento delle tasse, altrimenti sale il rischio di recessione.

Lontani gli obiettivi di crescita economica in Italia secondo l’Ocse, che ribassa ulteriormente le stime per il 2012: il prossimo anno il PIL scenderà dello 0,5% invece di crescere del l’1,6% (come previsto in precedenza). Anche per il 2011 le stime sono state riviste al ribasso, da +1,1% a +0,7%. La buona notizia è che per il 2013 è prevista una nuova crescita del +0,5%.

Oltre alla crescita economica, l’organizzazione ha anche rivalutato le previsioni relative al deficit pubblico italiano portandolo al 3,6% per quest’anno (contro il 3,9% stimato a maggio); all’1,6% per il 2012 (contro il 2,6% precedente); il pareggio di bilancio arriverà per il 2013 con i conti pubblici in deficit dello 0,1%.

Per quanto riguarda l’occupazione in Italia l’Ocse stima un aumento della disoccupazione fino a quota 8,6% nel 2013, passando per l’8,3% del 2012 e l’8,1% del 2011. La crescita dei salari ci sarà, ma molto blanda. Nel mercato del lavoro serve più flessibilità e meno frammentazione e bisogna proseguire nel cammino intrapreso per liberalizzazione delle professioni e i servizi all’impresa per incrementarne la concorrenza.

L’inflazione, infine, scenderà gradualmente: il 2011 si chiuderà a quota 2,7% ; il 2012; l’1,1% nel 2013.

Le nuove stime al ribasso sulla crescita economica italiana operate dall’Ocse evidenziano, ancora una volta, la necessità di mettere in campo per il 2012 misure e riforme strutturali efficaci per il consolidamento.

Per ripristinare la fiducia, sarebbe importante abbassare velocemente lo spread sui titoli di stato.  Con una «azione decisiva da parte del nuovo governo» in questo senso, sottolinea l’associazione, «la crescita potrebbe in qualche modo essere più alta».

Ma l’Ocse lancia anche un monito al Governo Monti: per far quadrare i conti e rafforzare la crescita economica è necessario un «restringimento della spesa, piuttosto che un aumento delle tasse» il quale potrebbe avere effetti controproducenti.