Manager ICT: per uscire dalla crisi serve l’IT

di Noemi Ricci

14 Aprile 2009 12:30

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Il gotha dell'ICT italiano concorda sull'importanza dell'Information Technology per aiutare il Paese Italia a superare il difficile momento economico. Le ricette dei manager delle imprese big per uscire dalla crisi

Sarà l’Information Technology a riportare le aziende italiane fuori dalla crisi economica. I manager dell’ICT italiano concordano tutti sul ruolo strategico dell’IT nel procedsso di ripresa economica del Paese, che necessariamente deve passare per la rivitalizzazione delle sue imprese.

A margine dell’Innovation Forum 2009, le opinioni delle più importanti compagnie che operano sul nostro mercato, dai cui manager giungono le ricette salva-crisi: vediamone alcune.

Telecom Italia: per il direttore dell stategie Carlo Baldizzone, bisogna puntare alle risorse per superare il digital divide, che ci sono e vanno solo allocate in maniera adeguata, con un occhio di riguardo per una migliore diffusione della banda larga, fondamentale per dare una “sferzata” all’economia della conoscenza.

Microsoft Italia: la ricetta per uscire dalla crisi dell’Ad Pietro Scott Jovane è invece volta a identificare i target post-crisi, investendo pertanto su di essi ed individuando rapidamente interventi di stimolo e aiuto con il contributo dell’industria IT (con progetti come e-Gov 2012).

HP: per l’Ad Luigi Freguia la tecnologia è l’unico struemento possibile per aumentare produttività e ridurre costi, scongiurando gli errori del passato che hanno portato l’Italia in “zona retrocessione”.

Alcatel-Lucent Italia: per Alberto Lotti, direttore delle tecnologie, è giusto porre il Web in posizione centrale, ma bisognerebbe andare anche verso lo sviluppo di una rete più intelligente.

Interessante anche la posizione di Giovanni Rando Mazzarino, Direttore Operations e Tecnologie di Lottomatica: puntare su una cultura del fare, premiando chi fa, chi innova e chi con l’utilizzo della tecnologia cambia i paradigmi in cui lavora.

Per Renzo Vanetti, Ad di Sia-Ssb, bisogna anche investire nei processi formativi, con fondi mirati, così da garantire alla tecnologia una penetrazione pervasiva capace di dare al Paese la spinta necessaria per una trasformazione culturale di cui si sente il bisogno.

Certo però, almeno secondo Achille De Tommaso, Presidente di Colt Telecom e di Anfov, in Italia mancherebbero le strutture necessarie ad una piena evoluzione.

E allora? Allo Stato il compito di salvaguardare gli investimenti dei provider e facilitarne di nuovi garantendo norme sicure per il loro dispiegamento.