C’è ancora molta strada da fare in ambito Business Intelligence (BI) e nella gestione delle performance aziendali (EPM, Enterprise Resource Planning) secondo una recente Report Quocirca, per conto di Oracle.
Per le 800 aziende americane ed europee prese in esame, il voto medio – in una scala da 1 a 10 – è 5,13, e soprattutto in tema di gestione risorse. Lo rivela il Report Quocirca sull’Oracle Enterprise Performance Management (EPM) Index.
A sorpresa, le aziende italiane si collocano al secondo posto – con un punteggio di 5,5 contro il 5,9 dell’Inghilterra – in una particolare classifica che misura la capacità di reagire agli eventi nei processi di business critici e creare nuovi processi.
Troppa poca importanza viene ancora attribuita all’approccio integrato ai processi: solo il 22% delle aziende lo ritiene necessario e il 27% pensa che ogni processo possa essere trattato separatamente.
Poche (12%) le aziende che si considerano in grado di determinare la profittabilità per linee di prodotto, segmenti di clienti o mercati. Il 13% mostra di saper rispondere ai cambiamenti di business e mercato, modificando piani e budget aziendali.
E soltanto per alcune aziende l’utilizzo della Business Intelligence aiuta ad ottenere anche una monitoraggio efficace delle performance.
Il vice presidente dell’Enterprise Performance Management di Oracle, Frank Buytendijk, ha così commentato: «le aziende non riescono a migliorare le funzioni di pianificazione e reporting finanziario grazie alle informazioni sulle prestazioni operative. Collegando più strettamente queste due discipline, le aziende riuscirebbero a rispondere in modo molto più efficiente alle sfide emergenti ».