Per il secondo mese consecutivo la produzione industriale segna un leggero progresso sul mese precedente, che però su base annua continua a essere in forte calo. Le prospettive per l’economia dell’area euro per il 2025 però sono relativamente positive, con una riduzione dei differenziali di crescita rispetto agli Stati Uniti. E in Italia ci sono segnali positivi sul fronte dell’occupazione.
Lo evidenziano i dati ISTAT relativi allo scorso mese di novembre contenuti nella nota sull’andamento dell’economia italiana relativa agli ultimi due mesi del 2024.
Produzione industriale, segnali di inversione di tendenza
Partiamo dal capitolo maggiormente sensibile, relativo alla produzione industriale che va male da 22 mesi consecutivi. A livello congiunturale, in novembre c’è però stato un incremento dello 0,3%. E, sempre a voler vedere il bicchiere mezzo pieno, il dato italiano è migliore di quello europeo, oltre ad aver invertito la tendenza su base congiunturale per due mesi di seguito.
Resta il fatto che l’indice tendenziale segna una flessione dell’1,5%. Per quanto riguarda i diversi settori, a livello congiunturale ci sono apprezzamenti significativi per l’industria estrattiva, +10,2%, salgono il tessile, legno e carta, prodotti farmaceutici, gomma e materia plastiche, mentre sono ancora negativi la produzione di macchinari, -1,1%, di mezzi di trasporto, quindi sostanzialmente l’auto, -0,3%, la chimica, -1,1%, computer ed elettronica, -1,4%.
Anno su anno i dati sono invece peggiori, c’è il segno più davanti ad attività estrattiva, alimentari, legno e carta, farmaceutici, e produzione di computer, elettronica ed elettrodomestici. Cali a due cifre per prodotti petroliferi e auto, perdita superiore ai sei punti percentuali per i macchinari.
Occupazione in crescita nel trimestre
Positivi invece i dati sull’inflazione, all’1,4% a fronte del 2,4% europeo, mentre sono in chiaroscuro quelli sull’occupazione. In novembre è sceso il numero dei disoccupati, ma anche quello degli occupati, -0,1%. Il calo è però attribuibile solo all’andamento dei contratti a termine, mentre sono in crescita sia quelli a tempo indeterminato sia i lavoratori autonomi.
Il tasso di occupazione, pari al 62,4%, risulta comunque invariato rispetto a ottobre, mentre è in crescita nel trimestre settembre-novembre, +0,2%, e si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-8,4%, pari a -136mila unità).
La fiducia delle imprese
Un altro dato che induce all’ottimismo riguarda la fiducia delle imprese, che in dicembre riprende a salire dopo due mesi consecutivi in diminuzione, trainato dai servizi di mercato. Resta negativo il sentiment nelle costruzioni e nella manifattura, sui cui pesa anche l’andamento negativo delle esportazioni nei primi dieci mesi dell’anno. Si riducono in particolare gli acquisti da Germania, Svizzera e paesi dell’Africa settentrionale e dell’OPEC.