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Criptovalute a una svolta: Intesa Sanpaolo investe in Bitcoin

di Barbara Weisz

14 Gennaio 2025 18:53

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Prima operazione del genere da parte di un grande istituto di credito italiano: un investimento riservato a soggetti istituzionali e clienti particolari.

Sta suscitando molto interesse l’investimento in criptovalute della prima banca italiana: Intesa Sanpaolo ha infatti acquistato 11 Bitcoin per un controvalore intorno al milione di euro. L’operazione è stata effettuata con risorse proprie e non ci sono al momento grossi dettagli sulla strategia che l’ha ispirata.

Intesa Sanpaolo pronta anche sul Bitcoin

L’amministratore delegato Carlo Messina si è limitato a sottolineare che l’importo investito è comunque limitato trattandosi di un istituto con 100 miliardi in portafoglio titoli. Si tratterebbe di una sorta di esperimento, servito a dimostrare di essere «pronti nel caso in cui alcuni clienti particolarmente sofisticati ci chiedessero di effettuare queste forme di investimento».

Il Bitcoin, che negli ultimi mesi è arrivato a superare i 100mila dollari, in base alle ricostruzioni di stampa è stato acquistato da Intesa a un prezzo intorno ai 90mila dollari. Nel giorno in cui è stata effettuata l’operazione, lunedì 13 gennaio, ha oscillato fra 88mila e 93mila dollari.

Criptovalute alla ribalta

L’interesse sulle criptovalute si è riacceso negli ultimi tempi anche grazie alle politiche annunciate dal presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, che si insedierà fra pochi giorni. Nel corso della campagna elettorale ha ventilato l’ipotesi di costituire riserve nazionali strategiche in Bitcoin, affermando di voler rendere gli Usa un riferimento internazionale per le Cripto. Al momento non è chiaro se e come queste ipotesi si tradurranno in azioni concrete.

Lo scenario italiano

In Italia, le istituzioni non dimostrano altrettanto entusiasmo su questi asset. Anzi, ci sono voci particolarmente critiche, come quella del Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, che in occasione dell’assemblea ABI (Associazione Banche Italiane) del luglio scorso ha lanciato una sorta di monito: «le cripto-attività non garantite, quali Bitcoin ed Ethereum, non sono di regola emesse da alcun operatore, sono prive di valore intrinseco e non generano flussi di reddito come cedole o dividendi.

Sono talvolta scambiate su circuiti informali e opachi o su piattaforme non sottoposte ad adeguati controlli» e tendenzialmente sono titoli speculativi «ad alto rischio, il cui valore è svincolato da fondamentali».

Lo stesso Ceo di Intesa Sanpaolo, nel sottolineare che si è tratto di un test, ha chiarito di ritenere il Bitcoin «una forma di investimento che deve essere riservata a investitori istituzionali e a clienti con grandissima professionalità e grandissime abilità», concludendo: «io stesso non investo in Bitcoin».