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Manovra 2025 in Senato: approvazione attesa il 28 dicembre

di Anna Fabi

27 Dicembre 2024 09:27

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La Legge di Bilancio verso l'approvazione definitiva al Senato, tra le misure chiave: taglio del cuneo fiscale, Ires premiale e bonus natalità.

La Manovra 2025, approvata dalla Camera il 20 dicembre, è passata al vaglio del Senato per le ultime fasi di approvazione. Il 27 dicembre, la Commissione Bilancio si è riunita per esaminare il testo (Atto del Senato n. 1330). Il voto di fiducia e l’approvazione finale sono attesi per sabato 28 dicembre.

Taglio del cuneo fiscale e aliquote IRPEF

Il cuore della Manovra è la riduzione strutturale del cuneo fiscale per i redditi fino a 40mila euro, prevista per almeno cinque anni. Inoltre, gli scaglioni IRPEF si confermano ridotti a tre aliquote:

  • 23% per redditi fino a 28mila euro,
  • 35% da 28mila a 50mila euro,
  • 43% oltre i 50mila euro.

È prevista una stretta sulle detrazioni per i redditi alti e l’introduzione del quoziente familiare, per un sistema fiscale più equo.

Misure per imprese e lavoratori

Le imprese beneficeranno di una IRES premiale, con uno sconto del 4% sull’aliquota per chi reinveste utili in beni 4.0 e 5.0 con contestuale assunzione di forza lavoro stabile, accantonando l’80% degli utili (gli investimenti devono essere pari al 30% pari a minimo 20mila euro, oppure le assunzioni a tempo indeterminato devono essere almeno dell’1% in più. La flat tax per gli autonomi che hanno anche redditi da lavoro dipendente salirà a un tetto di RAL di 35mila euro.

Bonus natalità e sostegno alle famiglie

Previsto un bonus natalità di 1.000 euro per ogni figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2025 per i nuclei con ISEE fino a 40mila euro. L’importo sarà erogato il mese successivo alla nascita o adozione, per contribuire alle spese di sostegno alla genitorialità. Nuova mensilità di congedo parentale all’80% e decontribuzione per madri dipendenti o autonome con reddito fino a 40mila euro.

Tassazione di criptovalute e web tax

Rivista la tassazione sulle criptovalute, che resta al 26% invece del 42% inizialmente previsto, con un aumento al 33% dal 2026. La web tax si applicherà solo alle grandi aziende con ricavi superiori a 750 milioni di euro, escludendo PMI ed editoria online.