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VDA Telkonet: i vantaggi di un EMS per il settore alberghiero

di Barbara Weisz

20 Dicembre 2024 11:00

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Un Energy Management System costa circa 500 euro a camere e si ripaga in due anni aumentando comfort ed efficienza anche economica: intervista all'Ad di VDA Telkonet, Piercarlo Gramaglia.

Un albergo dotato di un Energy Management System (EMS), ovvero di un sistema che gestisce il consumo energetico, può risparmiare fra il 30 e il 40% dell’energia. «L’investimento si ripaga nel giro di due o tre anni» sottolinea Piercarlo Gramaglia, amministratore delegato di VDA Telkonet, multinazionale italiana della digitalizzazione del settore alberghiero che ha recentemente sondato il polso del mercato con un’indagine sul livello di adozione e sul sentiment degli operatori del settore nei confronti delle tecnologie per la Gestione del Risparmio Energetico.

In base ai risultati, fra i maggiori ostacoli ci sono le incertezze sui vantaggi a lungo termine, indicate nel 60% dei casi. Seguono la mancanza di formazione, 47% e i costi di implementazione.

Per andare incontro a questa esigenza, VDA Telkonet ha recentemente messo a disposizione sul proprio portale un calcolatore di Analisi Rapida, che consente di stimare il ROI (ritorno sull’investimento) e i risparmi energetici. «Basta inserire pochi dati, e il software fornisce una prima idea, basata su modelli statistici. Abbiamo una base dati molto ampia sul risparmio energetico delle camere, alla quale applichiamo modelli di calcolo in grado di determinare in quanto tempo si ripaga l’investimento».

La digitalizzazione degli alberghi: Italia vs mondo

In realtà, il livello di digitalizzazione del settore italiana dell’hospitaly non è negativo se confrontato con l’estero. «In alcuni settori siamo all’avanguardia, ad esempio nella domotica alberghiera, piuttosto che in materia di EMS. Ma bisogna anche sottolineare che, soprattutto rispetto all’ampiezza dell’offerta tecnologica, ci sono grossi passi avanti ancora da fare a livello internazionale».

L’Italia ha numeri migliori del resto del mondo, come penetrazione delle tecnologie «siamo intorno al 40 per cento, contro una media mondiale del 15%». Questo, secondo Gramaglia, può essere riconducibile al fatto che il mercato reagisce più velocemente a una serie di fattori come l’alto costo dell’energia.

Tendenzialmente tutti gli alberghi o quasi hanno un gestionale di settore, mentre è meno frequente la presenza di un EMS. Fra l’altro, in base all’indagine, anche fra gli albergatori che hanno già implementato un sistema di Gestione del Risparmio Energetico solo il 13% utilizza regolarmente strumenti di analisi e reportistica per monitorare i consumi, mentre è più numerosa la platea che lo fa solo occasionalmente.

Come funziona un EMS

Come funziona esattamente un EMS? La soluzione della multinazionale di Pordenone lavora su quattro diversi stati della camera: se è in check in o in check out, quindi se c’è un ospite e se quest’ultimo è presente o meno all’interno della stanza.

«In funzione di queste situazioni, si comporta diversamente. Se la camera è libera, il sistema spegne le luci, lascia scendere o salire la temperatura in base alla latitudine e alla stagione. Se invece la camera è venduta, il sistema attiva l’illuminazione e i servizi. Il cliente quando entra può scegliere il range di temperatura che preferisce, ma quando non è fisicamente presente nella stanza questa tornerà a un setpoint adeguato per non consumare energia inutile. Dopo il check out, invece, tornerà alla temperatura prevista per una camera vuota».

Ci sono sensori magnetici sugli infissi che consentono di sapere quanto il cliente entra in camera, o quando apre la finestra, ad esempio per chiudere l’aria condizionata.

Chiaramente questo efficientamento produrrà maggiori benefici in climi che presentano una grande escursione termica, con un impatto più rilevante anche sui costi.

Investimento e risparmio

Il sistema costa circa 500 euro a camera, anche se il valore può cambiare molto a seconda della soluzione tecnologica scelta. «Ma si ripaga nel giro di due o tre anni e dura per circa 10-15 anni. In più rende la struttura più sostenibile nei confronti dell’ambiente», spiega l’Ad di VDA Telkonet.

Ci sono poi soluzioni più complesse e costose, con tool e funzioni di domotica, tendenzialmente più adatte a strutture di lusso. VDA Telkonet gestisce circa 1 milione di camere nel mondo, dalle quali grazie alla digitalizzazione arrivano dati che sono tutti in cloud.

«L’analisi dei dati, consente di confrontare le perfomance, e dare informazioni agli hotel. Ad esempio, possiamo rilevare che una determinata camera non sta andando bene, o è meno performante dal punto di vista della gestione energetica. Quindi, se l’albergo non è pieno, il gestore potrà decidere di destinare agli ospiti le sistemazioni che garantiscono maggiore efficienza. Sono tutti dati tecnici, non riferibili ai clienti».

Grazie a una partnership con la startup Strobilo, specializzata in neuroscienze applicate, è stato implementato un software che in base a dati come temperatura, luminosità, qualità dell’aria, è in grado di definire l’esperienza utente e dare al cliente kpi oggettivi sul comfort dell’ospite. In vista, c’è l’implementazione dell’intelligenza artificiale per fare manutenzione predittiva.

Un consiglio agli albergatori che devono decidere se investire o meno nella digitalizzazione della struttura? «La cosa più importante è individuare la soluzione più adeguata per la propria realtà. Spesso vediamo tecnologie molto costose in posti che non ne avrebbero bisogno, e viceversa strutture sottodimensionate dal punto di vista della digitalizzazione. Il mio consiglio è di appoggiarsi a produttori o consulenti che sappiamo proporre una soluzione taylor made».