Prosegue la stagione di allentamento dei tassi BCE, che riduce il costo del denaro per la quarta volta nel corso dell’anno: il 12 dicembre è stato deciso un ulteriore taglio di 25 punti base (ampiamente previsto), con motivazioni che – forse per la prima volta – non fanno più riferimento ad una politica monetaria restrittiva.
La BCE continua ad avvertire che prenderà le prossime decisioni step-by-step in base ai dati ma la presidente Christine Lagarde ha dichiarato che l‘inflazione è tornata sotto controllo. Ora il mandato non è più di riportarla sotto il 2% ma di mantenerla stabilmente al di sotto di questo limite.
Di quanto scendono i tassi dopo il nuovo taglio BCE
Il taglio di 25 punti base è stato approvato all’unanimità, pur essendo stata discussa una proposta di una riduzione maggiore, pari a 50 punti. La mossa di politica monetaria porta il tasso sui depositi presso la Banca Centrale al 3%, sulle operazioni di rifinanziamento principali a 3,15% e sul rifinanziamento marginale al 3,40%.
Il livello dell’inflazione, ovvero il principale elemento considerato per decidere sul costo del denaro, è visto al 2,4% nel 2024, al 2,1% nel 2025, all’1,9% nel 2026 e al 2,1% nel 2027. E le misure dell’inflazione di fondo suggeriscono per lo più che l’indice si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del Consiglio Direttivo del 2% a medio termine.
Di quanto scendono adesso i mutui
Uno dei più evidenti impatti della politica monetaria sull’economia reale è costituito dai mutui, che negli anni scorsi con la stretta monetaria erano saliti e ora da quasi un anno sono invece in flessione. Secondo i primi calcoli di Mutuionline, il nuovo taglio comporta un risparmio di 20 euro al mese su un mutuo variabile.
Un mutuo variabile da 150mila a 20 anni, oggi ha un tasso medio del 4,04% e una rata di 912 euro, lo scorso anno era al 4,85%, con una rata mensile di 987 euro, quindi costava 65 euro al mese in più.