Potenziare i fondi previdenziali complementari è uno degli obiettivi del Governo, da concretizzare con la Legge di Bilancio 2025. Tra gli emendamenti proposti, infatti, figura l’apertura di un nuovo semestre per consentire ai dipendenti di decidere le sorti del loro TFR, valutando se spostarlo o meno dall’azienda alla previdenza complementare.
Se questa misura andrà in porto, ogni lavoratore dipendente avrà sei mesi di tempo per esprimersi in merito allo spostamento del TFR dall’azienda alla previdenza complementare, attraverso la regola del silenzio-assenso: in assenza di una specifica indicazione, il Trattamento di Fine Rapporto sarà trasferito ai fondi pensione previsti dai contratti collettivi nazionali o ai fondi di categoria.
La normativa attuale prevede invece che nelle aziende con più di 50 dipendenti il TFR non versato in un fondo complementare venga spostato in un fondo dell’INPS, tanto che dal 2007 a oggi ammonta a 98,5 miliardi di euro l’importo confluito al Fondo Tesoreria dell’Istituto di previdenza, in pratica il 22,5% del totale.
Proprio per questo motivo in molti si interrogano riguardo la reazione dell’INPS all’introduzione del semestre per il silenzio-assenso: il rischio, infatti, sarebbe quello di perdere notevoli risorse.