Borse di studio esentasse ai figli dei dipendenti pubblici: regole e prassi

di Teresa Barone

2 Dicembre 2024 10:05

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Le borse di studio ai figli dei dipendenti pubblici per meriti scolastici non concorrono alla formazione del reddito di lavoro: i chiarimenti del Fisco.

Le borse di studio che un Ente concede ai figli dei dipendenti pubblici per meriti scolastici devono essere sempre considerate esentasse, ai sensi dell’articolo 51, comma 2, lettera f-bis) del TUIR, non concorrendo alla formazione del reddito di lavoro dipendente e senza che, a tal fine, sia necessario comprovarne l’effettiva fruizione.

Con la risposta n. 231 del 28 novembre scorso, l’Agenzia delle Entrate ha chiarito questo aspetto, sottolineando come tali borse premino semplicemente il raggiungimento di particolari traguardi da parte degli studenti figli di dipendenti della PA, facendo riferimento all’articolo 51 comma 2 del TUIR.

L’importo relativo alle somme percepite dai figli fiscalmente a carico del richiedente deve essere inserito nella Certificazione Unica nel punto 465, indicando il codice 23 nel precedente punto 464.

Non è tuttavia necessario esibire la documentazione di spesa che provi l’utilizzo delle somme coerentemente con le finalità per le quali sono state corrisposte: si tratta, infatti, di importi volti a premiare le eccellenze scolastiche e universitarie ma non si fa riferimento alla fruizione di servizi di educazione e istruzione.

In pratica, non è necessario che il dipendente produca documentazione attestante l’utilizzo delle somme in coerenza con le finalità per le quali sono state erogate.

Borse di studio al merito sempre esentasse

L’articolo 51, comma 2, lettera f-bis) del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR) prevede che non concorrono a formare il reddito da lavoro dipendente le somme, i servizi e le prestazioni erogati dal datore di lavoro alla generalità dei dipendenti o a categorie di dipendenti per la fruizione, da parte dei familiari indicati nell’articolo 12, di servizi di educazione e istruzione, comprese le borse di studio.

Pertanto, le borse di studio concesse ai figli dei dipendenti per meriti scolastici rientrano in questa previsione normativa e sono escluse dal reddito imponibile.

Niente documentazione dell’utilizzo

In precedenti documenti di prassi, come ad esempio  la circolare n. 238/E del 22 dicembre 2000, l’Agenzia aveva inizialmente indicato che l’esclusione dal reddito si applicava qualora il datore di lavoro avesse acquisito e conservato la documentazione comprovante l’utilizzo delle somme da parte del dipendente in modo coerente con le finalità per le quali sono state corrisposte.

Tuttavia, nella risposta n. 231/2024, l’Agenzia ha poi precisato che tale indicazione si riferisce ai servizi di educazione e istruzione, come mense e ludoteche, e non alle borse di studio finalizzate a premiare il merito scolastico.

Di conseguenza, per queste borse non è necessario produrre documentazione attestante l’utilizzo delle somme.

Come si complia la Certificazione Unica

L’Agenzia specifica che, nella Certificazione Unica 2024, l’importo delle borse di studio erogate ai figli dei dipendenti deve essere indicato al punto 465, utilizzando il codice 23 nel punto 464. Questo consente una corretta rappresentazione delle somme erogate e garantisce la trasparenza fiscale.