L’informatica italiana è cresciuta del +1,6% nel 2006 rispetto all’anno precedente, anche se resta ampio il divario con la crescita internazionale e con la capacità di produrre nuove tecnologie.
Si tratta di un’anteprima del Rapporto Assinform, resa nota oggi attraverso un comunicato stampa. L’informatica italiana ha, quindi, ripreso a crescere, con un incremento più alto rispetto allo 0,9% del 2005 e al -0,4% del 2004.
Si tratta, comunque, di un risultato che si pone ancora al di sotto rispetto alla media europea (+3,7%) e a quella statunitense (+5,8%). «Per l’industria italiana ciò significa comprare tecnologie spesso poco personalizzate al soddisfacimento delle sue peculiarità, rimanendo esposta a crescenti difficoltà nella competizione mondiale. Per innovare e sostenere l’espansione del Made in Italy bisogna, perciò, innovare l’informatica italiana», così commenta i risultati del rapporto Ennio Lucarelli, presidente di AITech-Assinform.
Nel 2006 il maggiore contributo è stato fornito principalmente dalle imprese che hanno incrementato i loro investimenti IT, nelle diverse classi dimensionali. Le grandi imprese hanno registrato un aumento del +1,3%, le medie imprese del +1,8% e le piccole del +0,3%. Per quanto riguarda i settori produttivi, la domanda maggiore è arrivata dalle banche e dalle industrie, seguite dal comparto dei media e telecomunicazioni e dalla distribuzione dei servizi. L’offerta più dinamica è rappresentata dall’hardware, con una crescita del 3,7%, mentre la componente dei software e dei servizi è cresciuta dell’1,1%.
Nel settore delle telecomunicazioni, invece, in Italia si è assistito ad una crescita del +2,1% rispetto al 2005. In particolare, le telecomunicazioni mobili hanno registrato un incremento del 4,5% mentre le fisse sono scese del -0,4%. Nel caso delle telecomunicazioni, a differenza dell’informatica, ad avere un ruolo fondamentale sono state le famiglie che hanno espresso una domanda complessiva di servizi e apparecchiature con una crescita del 3,6%.