Solo qualche giorno fa giungeva dal Ministro del Welfare Maurizio Sacconi la conferma del pacchetto di misure a tutela dei lavoratori precari, saltuari e disoccupati, integrate al Decreto Legge salva-auto.
Ieri, invece, la cattiva notizia: il pacchetto è saltato, ritenuto inammissibile per “estraneità di materia” insieme ad altre 256 (su oltre 400) proposte di modifica, incluse 14 avanzate dal Governo.
Non tutto sembra perduto però: se tutti i parlamentari delle due Commissioni Attività produttive e Finanze della Camera saranno favorevoli il pacchetto potrebbe essere recuperato in deroga al regolamento della Camera.
In pratica, le Commissioni hanno ritenuto che le normative del pacchetto precari fossero troppo lontane per materia rispetto al contenuto del decreto incentivi per il settore automobilistico e per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici, ma non escludono che possano trovare altra collocazione, più adeguata, in un altro testo di legge.
Nello specifico, gli emendamenti del pacchetto precari dichiarati inammissibili riguardavano la riduzione del 20% del primo acconto Irpef, Ires e Irap; l’incremento del forfait per i contribuenti minimi; la parziale detassazione degli investimenti produttivi per le imprese; la sospensione del tetto alla deducibilità degli interessi passivi.
Bocciato anche il contributo di solidarietà straordinario sull’Irpef sui contribuenti con reddito superiore ai 120.000 euro destinato alla creazione di un fondo per la povertà estrema.
Ritenuta, infine, inammissibile anche la proposta della Lega di porre un tetto agli stipendi dei manager (350mila euro) e dei soggetti aventi rapporto diretto con lo Stato (non superiore a quanto corrisposto ai parlamentari), e a quella riguardante l’esenzione dagli oneri contributivi e previdenziali per chi avesse assunto a tempo indeterminato un lavoratore comunitario.