Il numero di smart workers in Italia è rimasto stabile nonostante la scadenza delle misure attivate dal Governo per favorire il lavoro da remoto limitatamente a specifiche categorie.
Secondo la ricerca dell’Osservatorio Smart Working del Politecnico di Milano, nel 2024 lo smart working ha coinvolto 3,55 milioni di lavoratori rispetto ai 3,58 milioni del 2023, mostrando cifre in crescita nelle grande imprese e arrivando a coinvolgere quasi 2 milioni di lavoratori (1,91 milioni, con una crescita dell’1,6% sul 2023).
A calare, invece, è il numero degli smart workers attivi nelle PMI e nella Pubblica Amministrazione.
Negli ultimi mesi si è registrato sia lo stop al lavoro agile per i lavoratori fragili sia il graduale rientro in presenza dei dipendenti presso alcune grandi multinazionali. Tuttavia, come rileva Mariano Corso, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Smart Working, i numeri fotografano un’altra realtà:
I lavoratori da remoto sostanzialmente stabili rispetto allo scorso anno. Il lavoro agile cresce nelle grandi aziende e cala nelle PMI.
Per quanto riguarda le previsioni 2025, lo smart working sembra essere destinato a crescere del +5%, sfiorando quota 3,75 milioni. Anche in questo caso dietro questo incremento si cela l’attività delle grandi imprese e in misura minore delle PA.
Tra le aziende premiate in occasione degli “Smart Working Award 2024”, volti a valorizzare le organizzazioni che si sono distinte per capacità di innovare le modalità di lavoro attivando progetti di Smart Working, compaiono Carrefour Italia fra le grandi imprese, Vaillant Group Italia fra le PMI e INPS nella categoria PA.
In linea generale, il lavoro agile è una pratica molto apprezzata, tanto che il 73% dei lavoratori si opporrebbe alla decisione aziendale di eliminare questa forma di flessibilità.