Attualmente è più redditizio investire il TFR in un fondo assicurativo o lasciarlo in azienda? Lavoro con il Contratto Sanità e sono un’infermiera di 51 anni.
La decisione di destinare il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) a un fondo pensione o di lasciarlo in azienda è legata a molti fattori e non soltanto al solo rendimento effettivo, che tuttavia resta il parametro essenziale per valurare quale delle due opzioni risulta più conveniente.
Rivalutazione del TFR lasciato in azienda
Se il TFR è mantenuto in azienda si rivaluta annualmente secondo un tasso composto da una quota fissa dell’1,5% e una variabile pari al 75% dell’inflazione registrata a dicembre dell’anno precedente. Ad esempio, nel 2022, con un’inflazione elevata, la rivalutazione del TFR ha raggiunto l’8,3%, superando i rendimenti medi dei fondi pensione nello stesso periodo. Di norma, tuttavia, questa percentuale è nettamente inferiore, a fronte di fluttuazioni inflazionistiche più contenute.
Rendimenti dei fondi pensione
I fondi pensione offrono potenzialmente rendimenti superiori nel lungo termine, grazie a investimenti diversificati. Tuttavia, questi rendimenti sono soggetti alla volatilità dei mercati finanziari. Negli ultimi dieci anni, però, i fondi pensione hanno di fatto registrato rendimenti medi annui superiori alla rivalutazione del TFR in azienda.
Secondo i dati della Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (COVIP), nel 2023 tutte le tipologie di forme pensionistiche hanno registrato risultati positivi, con rendimenti medi del 6,7% per i fondi negoziali, del 7,9% per i fondi aperti e dell’8,3% per i Piani Individuali Pensionistici (PIP). Nello stesso periodo, la rivalutazione del TFR si è attestata all’1,6%. Su un orizzonte temporale di dieci anni (2014-2023), i rendimenti medi annui composti delle linee a maggiore contenuto azionario si collocano intorno al 4-4,5% per tutte le tipologie di forme pensionistiche, mentre la rivalutazione del TFR è risultata pari al 2,4%.
Questi dati evidenziano quindi come, nel lungo periodo, i fondi pensione abbiano offerto rendimenti superiori rispetto al TFR lasciato in azienda.
Nel comparto Sanità, esistono fondi pensione negoziali specifici, come FondoSanità, che offrono condizioni vantaggiose per i lavoratori del settore. Presentano inoltre costi di gestione inferiori rispetto a quelli aperti e possono rappresentare una scelta interessante per la previdenza complementare.
Tasse e deducibilità
Per quanto concerne invece la tassazione, al momento dell’erogazione, le prestazioni dei fondi pensione sono tassate con un’aliquota che varia dal 15% al 9%, in base agli anni di partecipazione. Invece, il TFR lasciato in azienda è soggetto a tassazione separata, generalmente più elevata rispetto a quella applicata ai fondi pensione.
Un vantaggio in più: i contributi versati ai fondi pensione sono deducibili dal reddito imponibile fino a un massimo di 5.164,57 euro annui, offrendo un immediato beneficio fiscale.
Considerando la sua età ed il settore lavorativo, con il rientro dell’inflazione potrebbe quindi essere opportuno valutare l’adesione a un fondo pensione negoziale: i rendimenti sarebbero potenzialmente superiori e i benefici fiscali significativi. Tuttavia, è fondamentale considerare anche la sua propensione al rischio e le esigenze future.
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