A partire dal 1° gennaio 2025, entreranno in vigore le nuove regole per il pagamento delle imposte di successione, introdotte dal Decreto Legislativo n. 139/202. Le novità spostano sui contribuenti l’onere di calcolare in autonomia le tasse dovute e di provvedere al loro versamento, senza che il Fisco intervenga con l’imposta supplettiva a conguaglio.
Occhio a non sbagliare: per chi sbaglia a calcolare l’imposta di successione scattano le nuove sanzioni.
Tasse in autoliquidazione per le successioni 2025
La principale innovazione riguarda l’introduzione dell’autoliquidazione dell’imposta di successione. I contribuenti saranno tenuti a calcolare sa sè l’importo dovuto e a versarlo entro 90 giorni dalla presentazione della dichiarazione di successione.
Sia nel nuovo sistema sia in quello precedente, le imposte ipotecarie e catastali, il bollo, la tassa ipotecaria e i tributi speciali collegati alla dichiarazione di successione (quando questa comprende diritti reali immobiliari), continueranno a essere autoliquidati dal contribuente.
Abolizione imposta suppletiva
Un bel cambiamento rispetto alla prassi finora applicata, in cui l’Agenzia delle Entrate provvedeva all’emissione dell’imposta suppletiva e notificava al contribuente l’importo da pagare.
Con la nuova normativa, dunque viene eliminata l’imposta suppletiva. In caso di errori o omissioni nella dichiarazione, sarà possibile presentare una dichiarazione integrativa e versare l’eventuale differenza d’imposta dovuta, evitando così sanzioni più gravose.
Dichiarazione di successione precompilata
Per facilitare i contribuenti, se non altro, l’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione una dichiarazione di successione precompilata, accessibile tramite i suoi canali telematici. È infattivprevisto un aggiornamento del modello di dichiarazione di successione per adeguarlo alle nuove disposizioni.
Lo strumento consentirà di semplificare la compilazione e ridurre gli errori, offrendo un supporto concreto nella gestione delle pratiche successorie.
Cambia la documentazione richiesta
La riforma prevede anche una significativa riduzione della documentazione da allegare alla dichiarazione di successione. Ad esempio, non sarà più necessario presentare gli estratti catastali degli immobili inclusi nell’asse ereditario, poiché tali informazioni saranno già in possesso dell’Agenzia delle Entrate.
Sanzioni e modelli integrativi
Di contro, diventa perentorio rispettare le nuove scadenze e procedure per evitare sanzioni. Per il pagamento dell’imposta, saranno istituiti specifici codici tributo, che includeranno anche sanzioni e interessi in caso di ravvedimento operoso.
La mancata presentazione della dichiarazione di successione entro i termini previsti comporterà sanzioni amministrative che variano dal 120% al 240% dell’imposta dovuta. In caso di ritardo, è possibile avvalersi del ravvedimento operoso, beneficiando di sanzioni ridotte proporzionalmente al tempo trascorso dalla scadenza.
In realtà, in caso di errori o omissioni nella dichiarazione, il contribuente potrà presentare una dichiarazione integrativa e versare l’eventuale differenza d’imposta dovuta, evitando così sanzioni più gravose.
Le sanzioni saranno ridotte a un terzo se si definisce l’avviso di liquidazione.