Successione con testamento o per legittima eredità: regole e novità 2025

di Noemi Ricci

30 Ottobre 2024 14:11

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Guida alla successione legittima o testamentaria: ecco quali diritti spettano a ciascuno e come pianificarla al meglio per evitare conflitti tra eredi.

Pianificare per tempo una successione permette di stabilire come il proprio patrimonio sarà trasferito agli eredi, riducendo potenziali conflitti e garantendo che le proprie volontà siano rispettate.

Per gli eredi, inoltre, conoscerne per tempo implicazioni fiscali e aspetti pratici consente di affrontare con maggiore consapevolezza le diverse situazioni che potrebbero emergere, soprattutto quando il passaggio generazionale coinvolge parenti con interessi diversi o proprietà di valore elevato.

Con questa guida, esploriamo i principali aspetti legati alla successione, alla sua pianificazione, ai costi e alle responsabilità fiscali, con l’obiettivo di fornire un quadro completo per affrontare con serenità il passaggio di proprietà.

Come funziona la successione in Italia

Con “successione” si intende il trasferimento del patrimonio e dei diritti di una persona a seguito della sua morte. In ambito legale si parla di successione “mortis causa”, regolamentata in Italia dal Codice Civile italiano, che distingue il passaggio generazionale tra persone decedute e donazioni tra persone viventi (successione “inter vivos”).

Il Codice Civile disciplina sia la successione legittima (quando non vi è un testamento) sia quella testamentaria (che lascia margini decisionali sul trasferimento dei beni).

La legislazione offre quindi una certa autonomia nella destinazione del propri beni, purché siano rispettate le quote di legittima a coniuge e discendenti diretti. L’assenza di una pianificazione testamentaria a norma di legge può pertanto portare a controversie tra eredi.

La successione prevede anche un’imposta specifica, che in Italia, fu istituita nel 1862 e da allora è stata oggetto di varie revisioni. Nel 2025 scatteranno nuove regole in merito, che di seguito vedremo in dettaglio.

Perché pianificare la successione?

Pianificare la successione consente di decidere come i propri beni saranno distribuiti, evitando future dispute tra eredi ma non solo.

  • Chiarezza nei lasciti e scelta degli eredi: la successione pianificata permette di stabilire come saranno ripartiti i propri beni e aiuta a prevenire controversie decidendo prima chi riceverà quali specifiche proprietà.
  • Controllo e condivisione dei costi con gli eredi: mupvendosi prima, è possibile stimare in anticipo le imposte dovute per la successione e altre spese connesse, mettendo eventualmente da parte anche le risorse destinate al loro pagamento, da versare prima di ereditare il patrimonio, aiutando così i futuri eredi.

L’uso di strumenti legali come trust e polizze vita permette peralto di gestire successioni complesse, soprattutto per patrimoni consistenti.

Successione legittima: come vengono suddivisi i beni

Se non si predispone un piano successorio, ovvero non si pianifica la successione, il patrimonio verrà suddiviso secondo le regole della successione legittima. La legge italiana stabilisce infatti in partenza chi sono gli eredi di diritto.

  1. I primi soggetti tutelati sono i discendenti (figli, nipoti) e gli ascendenti (genitori e nonni) in linea retta.
  2. In seconda istanza, se non ci sono ascendenti o discendenti, si considerano le linee “collaterali”, che includono i parenti dei genitori (fratelli e sorelle) e dei nonni (zii e cugini), fino ad arrivare al quinto e sesto grado di parentela.
  3. I coniugi, uniti in matrimonio o in unione civile hanno diritti successori, mentre i conviventi non godono di particolari tutele.

In caso di assenza di tali eredi legittimi, i beni sono devoluti allo Stato. Di seguito, alcune configurazioni comuni:

  • Solo coniuge: il coniuge eredità il 100%.
  • Coniuge e figli: un figlio divide i beni con il coniuge al 50%;
  • Coniuge e più figli: il coniuge riceve un terzo, i figli si dividono i due terzi.
  • Coniuge e genitori o fratelli: senza figli, il coniuge riceve due terzi mentre il resto è suddiviso tra i parenti.

In assenza di testamento, i figli sono i più tutelati e ricevono tutto in caso di conflitto con altri eredi legittimi.

Eredità dei nonni: come funziona

In Italia, quando un nonno muore senza lasciare un testamento e ha più nipoti che ereditano al posto dei rispettivi genitori (deceduti), la divisione dell’eredità segue il principio della rappresentazione. Questo significa che i nipoti subentrano come “rappresentanti” dei propri genitori nella successione e quindi ereditano in base alla quota che spettava al genitore.

  • Divisione per stirpi: i nipoti ereditano la quota che sarebbe spettata al genitore defunto. Se ci sono più nipoti di uno stesso figlio del nonno, la quota del genitore defunto viene divisa tra tutti i figli di quel genitore in parti uguali. Ad esempio, se un figlio del nonno avrebbe ereditato il 50% del patrimonio e lascia due figli (nipoti del defunto), questi ultimi si divideranno quel 50%, ricevendo ciascuno il 25%.
  • Quota per altri nipoti: nel caso in cui ci siano più figli (e quindi più “stirpi”) che rappresentano i rispettivi genitori, la divisione avviene prima per la quota complessiva che spettava a ciascun figlio del nonno, e poi all’interno di ogni quota si suddivide tra i rispettivi nipoti. Quindi, ogni gruppo di nipoti erediterà soltanto la parte del patrimonio corrispondente al genitore che rappresentano.
  • Eredità in mancanza di rappresentazione: se non ci sono nipoti rappresentanti, la quota complessiva si ridistribuisce tra gli altri eredi legittimi, seguendo il grado di parentela.

Questo meccanismo evita che i nipoti ereditino in parti uguali come singoli individui e preserva invece la quota originaria spettante al ramo della famiglia rappresentato dal genitore deceduto.

Successione pianificata: quando conviene

Decidere di pianificare la successione, attraverso un testamento o una polizza vita, consente di creare una “quota disponibile”, cioè una porzione di patrimonio che può essere distribuita liberamente oltre le quote riservate ai parenti più stretti.

  • Testamento: permette di designare liberamente gli eredi per la quota disponibile.
  • Polizza vita: designa un beneficiario, che riceverà il capitale assicurato al di fuori della successione legittima.

La quota disponibile è applicata in base a chi eredita il patrimonio. Ad esempio, con un testamento si può destinare una parte del patrimonio a una persona esterna alla famiglia o a enti benefici, rispettando però sempre le quote legittime imposte dalla legge.

Quali sono i costi della successione?

La successione comporta principalmente due tipi di costi:

  1. Imposta di successione calcolata sul valore netto dell’asse ereditario (patrimonio totale meno i debiti e alcune spese).
  2. Imposte ipotecarie e catastali sugli immobili ereditati, a seconda dell’uso.

Nuove regole per l’imposta di successione dal 2025

A partire dal 2025, con l’entrata in vigore delle disposizioni del Decreto Legislativo n. 139/2024, il sistema di tassazione delle successioni cambia radicalmente. La nuova normativa introduce l’autoliquidazione dell’imposta di successione, eliminando l’imposta suppletiva e semplificando il processo. Ecco cosa prevedono le nuove regole.

Dichiarazione di successione e trasmissione telematica

Dal 2025, tutte le dichiarazioni di successione dovranno essere inviate entro 12 mesi dall’apertura della successione, attraverso i canali telematici dell’Agenzia delle Entrate, che provvederà automaticamente a raccogliere i dati catastali degli immobili inclusi nell’asse ereditario. La dichiarazione viene quindi presentata in modalità precompilata. Per i contribuenti non residenti, la spedizione dell’apposito modello potrà avvenire via raccomandata, con data di invio valida come data di presentazione.

Autoliquidazione dell’imposta

La riforma introduce il calcolo autonomo dell’imposta di successione, che sarà a carico del contribuente e non più dell’Agenzia delle Entrate. Chi è obbligato al pagamento dovrà determinare autonomamente l’importo dell’imposta e procedere al versamento entro 90 giorni dalla presentazione della dichiarazione di successione, eliminando la necessità di attendere la notifica ufficiale.

Abolizione dell’imposta suppletiva

Il concetto di imposta suppletiva viene sostituito dall’imposta complementare, applicabile solo per rettifiche d’ufficio o in caso di correzioni di errori, semplificando ulteriormente la gestione fiscale delle successioni.

Calcolo della successione: imposte e agevolazioni

Con la nuova normativa, l’imposta di successione si paga in autoliquidazione, calcolata sul valore netto del patrimonio (immobili, contanti, investimenti, ecc.), sottraendo debiti, spese sanitarie e funerarie. Le franchigie variano in base al grado di parentela.

  • Coniuge e figli: esenti fino a un milione di euro; oltre questa soglia, pagano il 4%.
  • Fratelli e sorelle: esenti fino a 100.000 euro, poi pagano il 6%.
  • Altri parenti fino al quarto grado: pagano il 6% senza franchigie.
  • Conviventi e parenti lontani: pagano l’8% senza franchigie.

Gli eredi diretti non pagano imposte su patrimoni fino a un milione di euro; per importi superiori, sono previste aliquote agevolate rispetto a molti paesi europei. Le imposte ipo-catastali restano invariate e vanno pagate al momento della dichiarazione, a prescindere dal tipo di successione.

Agevolazioni per giovani eredi unici

Il nuovo decreto prevede agevolazioni specifiche per gli eredi unici con meno di 26 anni, consentendo alle banche e agli intermediari finanziari di svincolare una parte delle attività ereditarie anche prima della dichiarazione di successione, per facilitare il pagamento delle imposte.

Donazioni

Donazioni e trasferimenti in vita non rientrano nell’asse ereditario ai fini della base imponibile delle successioni. In particolare, il trasferimento d’azienda in ambito familiare è esente da tasse, Il trasferimento di aziende, rami aziendali, quote sociali e azioni ai discendenti e al coniuge è esente da imposte, a condizione che il beneficiario mantenga il controllo dell’attività per almeno cinque anni.

Il trasferimento di aziende, rami d’azienda, quote sociali e azioni ai discendenti e al coniuge è esente da imposte, a condizione che il beneficiario mantenga il controllo per almeno cinque anni. Questa agevolazione si applica anche ai trasferimenti effettuati attraverso i patti di famiglia.

Sanzioni per mancata successione

Non sono previste variazioni relative all’importo delle tasse e restano valide le sanzioni applicate in caso di mancata presentazione della dichiarazione entro la scadenza prevista, ovvero un anno dalla data di morte del defunto.

L’ammontare della sanzione amministrativa varia dal 120% al 240% dell’imposta e, qualora questa non sia dovuta, sarà necessario versare una sanzione fissa da 250 a 1000 euro. In caso di ritardo, è comunque possibile presentare il ravvedimento operoso beneficiando delle sanzioni agevolate che variano a seconda del periodo di tempo tra la scadenza e l’effettivo versamento, aggiungendo gli interessi di mora.

Se si presenta la successione tardivamente, vale a dire dopo cinque anni dal termine di scadenza, è richiesto il versamento delle imposte ma non sono più dovute le sanzioni, in quanto prescritte.

Testamento e strumenti assicurativi

Il testamento e le polizze vita rappresentano strumenti interessanti per pianificare la successione, permettendo di destinare quote specifiche del patrimonio secondo le proprie preferenze e di proteggere i beneficiari dall’imposta di successione.

Come fare testamento

Il testamento può assumere tre forme principali, ognuna con un grado diverso di formalità e sicurezza.

  1. Testamento olografo: è un testamento scritto interamente di proprio pugno dal testatore, datato e firmato. Non richiede la presenza di un notaio o testimoni, il che lo rende la forma più semplice e privata di testamento. Tuttavia, per essere valido, deve essere scritto e firmato senza errori che potrebbero compromettere la sua chiarezza.
  2. Testamento pubblico: è redatto davanti a un notaio alla presenza di due testimoni, rendendolo il testamento più formale e garantito. Il notaio si occupa di registrare e conservare il documento, garantendo maggiore sicurezza e riducendo il rischio di impugnazioni o invalidazioni per errori formali.
  3. Testamento segreto: il testamento segreto combina elementi di riservatezza e formalità. Il testatore scrive il proprio testamento, lo sigilla e lo consegna a un notaio alla presenza di testimoni. Solo il testatore conosce il contenuto del testamento, ma il notaio garantisce la sua custodia e validità formale.

In Italia, il testamento offre dunque una certa libertà di disposizione, ma deve rispettare i limiti imposti dalla legge sulle cosiddette quote di legittima. La legittima rappresenta una porzione minima del patrimonio riservata a specifici eredi (detti legittimari), come coniuge, figli e, in mancanza di discendenti, genitori. Questa quota è garantita per legge e non può essere alterata o ridotta da disposizioni testamentarie.

Se un testamento dovesse assegnare più beni rispetto a quelli disponibili, violando le quote di legittima, gli eredi legittimari possono fare ricorso per riduzione, chiedendo che vengano rispettati i loro diritti. Di conseguenza, sebbene il testatore abbia il diritto di disporre liberamente della parte restante del patrimonio (la quota disponibile), è obbligato a mantenere intatta la quota destinata agli eredi legittimi.

In pratica, anche con un testamento, il patrimonio di una persona sarà sempre suddiviso tra le quote di legittima, riservate agli eredi protetti dalla legge, e la quota disponibile, che il testatore può destinare liberamente a chi desidera.

A chi va il premio della polizza vita

Le polizze vita operano come strumenti assicurativi e non rientrano nell’asse ereditario.

  • Designazione diretta dei beneficiari: è possibile nominare beneficiari specifici nella polizza, che riceveranno l’importo assicurato indipendentemente dalla suddivisione prevista nel testamento o dalla successione legittima.
  • Esenzione dall’imposta di successione: l’importo trasferito ai beneficiari della polizza è esente dall’imposta di successione, rappresentando quindi un’opzione vantaggiosa per ottimizzare i costi ereditari.
  • Protezione legale: le somme assicurate non possono essere pignorate o sequestrate, garantendo così che gli importi erogati dalla polizza arrivino intatti ai beneficiari prescelti, senza subire l’interferenza di eventuali creditori o dispute legali.

Questo meccanismo fa sì che le polizze vita non siano soggette agli stessi vincoli dei testamenti delle quote di legittima. Infatti, una polizza vita consente al titolare di designare liberamente uno o più beneficiari per l’importo della prestazione assicurativa, e tali beneficiari possono anche non rientrare tra gli eredi legittimari.

Le somme assicurate non entrano formalmente nell’asse ereditario, il che significa che non sono soggette a imposta di successione né ai vincoli di distribuzione stabiliti per legge per le quote di legittima. Questo rende le polizze vita uno strumento interessante per garantire benefici economici a persone al di fuori della cerchia dei legittimari (ad esempio, un convivente non sposato o un ente di beneficenza).

Tuttavia, se le somme versate alla polizza vita risultano sproporzionate rispetto al patrimonio complessivo del defunto e appaiono come un modo per aggirare la legittima, gli eredi legittimari possono contestare la polizza. In questi casi, possono richiedere una verifica per lesione di legittima, dimostrando che la polizza è stata utilizzata in modo eccessivo per ridurre la loro quota riservata.

Quote della legittima

Qualora si voglia fare testamento è utile sapere che, in Italia, le quote di legittima sono parti del patrimonio che la legge riserva obbligatoriamente a determinati eredi, definiti “legittimari”, per garantire loro una protezione economica. Le quote di legittima variano in base alla composizione della famiglia e sono disciplinate dal Codice Civile. Ecco le principali situazioni:

Coniuge e un figlio:

  • Al coniuge spetta un terzo dell’eredità.
  • Al figlio spetta un altro terzo.
  • L’ultimo terzo rimane disponibile per eventuali altri beneficiari indicati nel testamento.

Coniuge e più figli:

  • Al coniuge spetta un quarto dell’eredità.
  • Ai figli nel complesso spettano due quarti (cioè la metà), che verranno suddivisi in parti uguali tra loro.
  • Resta quindi un quarto disponibile.

Solo figli (senza coniuge):

  • Se c’è un solo figlio, questi ha diritto alla metà del patrimonio.
  • Se ci sono più figli, a loro spettano complessivamente due terzi dell’eredità, da suddividere in parti uguali.
  • In entrambi i casi, il restante terzo o la metà rimane disponibile.

Coniuge senza figli, ma con ascendenti (genitori o nonni):

  • Al coniuge spettano i due terzi dell’eredità.
  • Agli ascendenti spetta un terzo.
  • Non c’è alcuna quota disponibile.

Ascendenti senza coniuge o figli:

  • In assenza di coniuge e figli, gli ascendenti (come genitori o nonni) sono legittimari e hanno diritto a un terzo del patrimonio.
  • La restante parte (due terzi) è disponibile e può essere destinata ad altri beneficiari.

Coniuge senza figli né ascendenti:

  • In questo caso, il coniuge ha diritto alla metà dell’eredità, mentre l’altra metà è quota disponibile.

Cosa fare al momento della successione

Ricapitolando, la dichiarazione di successione va presentata entro 12 mesi dal decesso. Gli eredi possono accettare, rifiutare o accettare con beneficio di inventario, per limitare eventuali debiti. La presentazione è telematica, a meno di patrimoni inferiori a 100.000 euro senza immobili.

L’imposta di successione deve essere versata in autoliquidazione entro 90 giorni dalla presentazione della dichiarazione. Per importi superiori a 20.000 euro, è possibile richiedere la rateizzazione fino a un massimo di 12 rate trimestrali.

Le imposte ipotecarie e catastali, invece, rimangono dovute entro la scadenza per la presentazione della dichiarazione stessa.

L’Agenzia delle Entrate effettuerà controlli entro due anni per eventuali aggiustamenti.

La tassa di successione in tre fasi

  1. Versamento autonomo: l’imposta dovrà essere calcolata e versata dal contribuente entro 90 giorni dalla dichiarazione di successione.
  2. Rateizzazione: per importi superiori a 1.000 euro, è possibile rateizzare il pagamento in rate trimestrali. In caso di importi sopra i 20.000 euro, la rateizzazione può estendersi fino a 12 rate.
  3. Controlli successivi: l’Agenzia delle Entrate effettuerà controlli ex post sull’autoliquidazione, segnalando eventuali errori e richiedendo l’eventuale imposta aggiuntiva.