Tanto tuonò …che non piovve: dopo accesi dibattiti sull’opportunità o meno di prevedere nella Legge di Bilancio 2025 un aumento delle pensioni minime, in Manovra è stato effettivamente inserito un piccolo ritocco al rialzo, che però in soldoni varrà pochi euro.
Il trattamento previdenziale passa dagli attuali 615 a circa 618 euro. Tre euro al mese. Questo, ricomprendendo sia la rivalutazione dovuta all’inflazione sia il mini ritocco al rialzo previsto dalla stessa Manovra 2025.
Ma perchè così poco? Spieghiamo il meccanismo di calcolo che ha adottato il Governo.
Rivalutazione pensioni minime 2025
Il Governo prevede anche per quest’anno un incremento delle pensioni minime superiore a quello che si ottiene applicando la perequazione automatica. In parole semplici, questi trattamenti si apprezzeranno più di quanto non preveda la rivalutazione legata all’incremento dell’inflazione, che però quest’anno sarà assai modesta.
La super-rivalutazione 2025 sarà di 2,2 punti percentuali (meno dei 2,7 punti dell’anno scorso) e scenderà poi all’1,3% nel 2026. Ma la base di calcolo non è l’attuale assegno.
Di quanto aumenta l’assegno e come si calcola
Le aliquote indicate nella Manovra 2025, in realtà, non si applicano all’importo dell’assegno minimo erogato nel 2024 ma a quello precedente all’entrata in vigore della Manovra 2023, che aveva a suo tempo introdotto il meccanismo straordinario di rivalutazione (articolo 1, comma 310, della legge 27 dicembre 2022, n. 197).
La nuova disposizione in Legge di Bilancio 2025 modificato dunque il comma 310 della legge 197/2022, introducendo le nuove maggiorazioni fino al 2027 ma con le stesse regole degli anni precedenti.
Quindi, l’incremento di 2,2 punti previsto per il 2025 si applica al trattamento mensile lordo del 2022 (598,61 euro al mese). E conteggiando anche un adeguamento all’inflazione atteso intorno all’1%, si passa dagli attuali 614,77 a circa 617,89 euro.