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Manovra 2025: tre scaglioni IRPEF e taglio cuneo fiscale strutturale fino a 40mila euro

di Barbara Weisz

Pubblicato 16 Ottobre 2024
Aggiornato 21 Ottobre 2024 14:24

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Manovra 2025, strutturale il taglio del cuneo: pieno fino a 35mila euro e con decalage fino a 40mila, da decontribuzione a detrazione sopra i 20mila euro.

La Manovra 2025 come previsto proroga il taglio del cuneo fiscale con due modifiche: lo rende strutturale e introduce un nuovo meccanismo per i beneficiari sopra i 20mila euro di reddito lordo, per i quali lo sgravio contributivo sin trasforma in beneficio fiscale.

Sono dunque confermate le anticipazioni degli ultimi giorni su una delle misure più impegnative di questa Legge di Bilancio, approvata in Consiglio dei Ministri il 15 ottobre e presentata in conferenza stampa dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e dal Viceministro Maurizio Leo.

Non solo confermiamo il taglio del cuneo, che diventa anche fiscale, ma facciamo in modo che ci sia anche qualche beneficio oltre i 35mila e fino a 40mila euro.

Taglio cuneo fiscale in busta paga strutturale fino a 40mila euro

La Manovra non prevede una semplice proroga della misura ma la sua definitiva introduzione. Tuttavia c’è la modifica tecnica del meccanismo di applicazione nel sistema di calcolo delle ritenute previdenziali e trattenute fiscali in busta paga per i dipendenti ed una estensione dell’agevolazione:

  • i lavoratori continueranno a beneficiare dello sconto pieno fino a 35mila euro di reddito lordo annuo (in parte resta applicato sulla quota di contributi a loro carico e in parte trasformato in una nuova detrazione IRPEF).
  • i dipendenti avranno diritto ad uno sconto ridotto da 35mila a 40mila euro di RAL (novità a partire dal 2025).

Busta paga dipendenti: da decontribuzione a defiscalizzazione

Attualmente, il taglio si applica sulla parte di contributi a carico del lavoratore, ed è pari a sette punti percentuali fino a 25mila euro di reddito e a sei punti fino a 35mila euro. Con lo sgravio, le ritenute previdenziali che non vengono addebitate al lavoratore (perchè se ne fa carico lo Stato) vanno quindi ad aumentare lo stipendio lordo in busta paga.

Con le modifiche previste dalla Manovra 2025, l’impatto sullo stipendio resta analogo ma cambia il meccanismo di applicazione dello strumento agevolativo: sopra i 20mila euro di reddito lordo annuo, la decontribuzione spettante si trasforma in una defiscalizzazione, ossia in un aumento delle detrazioni da lavoro dipendente.

Per evitare lo scalone che si crea appena superata la soglia dei 35mila euro, viene introdotto un decalage fra questa cifra e i 40mila euro che segnano di fatto il nuovo tetto massimo. Quindi, con una progressione a scendere, ci sarà un vantaggio anche per i lavoratori dipendenti che guadagnano fra 35 e 40mila euro.

Riforma degli scaglioni IRPEF strutturale

Non ci sono modifiche sulla riforma degli scaglioni IRPEF rispetto alle novità introdotte lo scorso anno: la Manovra conferma la riduzione a tre aliquote e la rende strutturale.

L’ulteriore passo avanti anticipato nelle scorse settimane, con l’abbassamento dell’aliquota del secondo scaglione fino a 60mila euro, non è stato al momento  inserito per mancanza di coperture. Non è però escluso che la misura venga ripescata nel corso dell’iter parlamentare della Manovra: dipenderà dal gettito dell’adesione al Concordato Preventivo Biennale.

Il gettito da CPB non è stato inserito nei conti, non essendo ancora noto né stimabile in maniera certa. Ma, come ha chiarito il viceministro Leo, «potrà eventualmente servire a diminuire le tasse sul secondo scaglione».

Se ci saranno le risorse, dunque, si applicherà l’aliquota al 35% sulla fascia di reddito da 28mila a 60mila euro, con una seconda possibile ulteriore agevolazione: la riduzione della percentuale di prelievo fiscale al 33%.