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Legge di Bilancio 2025 approvata: bonus neonati, taglio cuneo fiscale e misure per famiglie e lavoro

di Barbara Weisz

Pubblicato 15 Ottobre 2024
Aggiornato 16 Ottobre 2024 07:43

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Il Governo approva la Legge di Bilancio 2025 con interventi per 30 miliardi: proroga misure per lavoro e pensioni, tra le novità un nuovo bonus natalità.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la Legge di Bilancio 2025, assieme al  Documento programmatico da inviare alla Commissione UE e ad un decreto fiscale in materia di accise.

La Manovra economica per il prossimo anno vale 30 miliardi di euro (5 in più del previsto) e prevede misure ampiamente attese come il taglio del cuneo fiscale e i tre scaglioni IRPEF, anche se non mancano le sorprese: nel pacchetto famiglia spicca infatti un nuovo bonus bebè da mille euro per i genitori con ISEE fino a 40mila euro, assieme ad un potenziamento del bonus destinato a supportare la frequenza di asili nido.

In linea generale, il disegno di Legge di Bilancio per il 2025 introduce interventi economici significativi che si estenderanno fino al 2027. La Manovra prevede infatti un impegno finanziario che raggiungerà i 40 miliardi di euro entro il triennio. Con un’attenzione particolare alle famiglie e ai lavoratori, le sue misure mirano a ridurre la pressione fiscale e sostenere i redditi più bassi, con nuovi incentivi e agevolazioni.

Vediamole in dettaglio.

Come si finanzia la Manovra 2025

Fra le altre novità c’é la cosiddetta tassa sugli extraprofitti delle banche (che non sarà esattamente un prelievo quanto una sorta di versamento volontario), da cui sono attesi 3,5 miliardi e che il Vicepremier Antonio Tajani definisce un contributo «frutto di un accordo con gli istituti di credito» (nelle prossime ore sarà più chiaro come si configura questa misura). L’altro Vicepremier, Matteo Salvini, fa invece sapere che queste entrate finanzieranno nuove misure in ambito sanità.

Altre risorse arrivano da un taglio del 5% alle spese dei ministeri. Il grosso delle coperture della Manovra 2025 arriva però dal deficit migliore del previsto, che vale oltre 9 miliardi, nonché da maggiori entrate fiscali, che valgono altri 6 miliardi.

Come cambia il taglio del cuneo fiscale

Il taglio del cuneo fiscale ripropone anche per il 2025 lo sconto contributivo per i lavoratori dipendenti che guadagnano fino a 35mila euro, con una serie di modifiche. Resta lo sconto contributivo fino a 20mila euro di reddito lordo mentre sopra questa cifra l’agevolazione si trasforma in una detrazione IRPEF. E non si esaurisce a 35mila euro ma è utilizzabile da redditi fino a 40mila euro seppur con un meccanismo di decalage. Le anticipazioni erano emerse nelle scorse ore, confermate dalla nota stampa di Palazzo Chii pubblicata a margine del’approvazione del Ddl di Bilancio 2025:

Si rendono strutturali gli effetti del taglio del cuneo e l’accorpamento su tre scaglioni delle aliquote IRPEF già in vigore nell’anno in corso.

Il capitolo IRPEF: tre scaglioni e riforma detrazioni

Sugli scaglioni IRPEF non ci sono sorprese: prorogata la misura già prevista quest’anno, che riduce a tre gli scaglioni dell’imposta sulle persone fisiche accorpando i primi due scaglioni con aliquota al 23% per i redditi fino a 28mila euro.

In materia fiscale ci sono perà importanti rimodulazioni per quanto concerne le detrazioni. Si attendono ancora conferme sulle misure approvate ma si parla di una soglia massima di reddito inferiore rispetto a quella attuale per poterle applicare, che peraltro varia in base alla composizione del nucleo (quoziente familiare).

Nel computo delle detrazioni si terrà conto del numero dei familiari a carico: più numerosi sono i componenti della famiglia, maggiori sono gli spazi per le detrazioni fiscali.

Il Bonus Ristrutturazioni per il recupero del patrimonio edilizio di edifici esistenti resta al 50% solo per la prima casa, mentre scende al 36% negli altri casi.

Pensioni 2025: rivalutazioni e flessibilità in uscita

In ambito pensioni si sceglie la continuità:

Sono confermate le misure della Legge di Bilancio 2024 e sono potenziate quelle destinate ai lavoratori pubblici e privati che, pur in età pensionabile, mantengono l’impiego.

Nel capitolo previdenziale ci dovrebbe essere dunque anche la misura che consente ai dipendenti pubblici di non andare obbligatoriamente in pensione al raggiungimento dell’età massima prevista dal proprio ordinamento, chiedendo di restare in servizio fino a 70 anni.

Inoltre, sembrano confermate le formule di flessibilità in uscita come Quota 103 e Opzione Donna, con una certezza per l’APE Sociale, che gode di uno specifico stanziamento previsto dal decreto fiscale collegato alla Manovra:

Si incrementa di 20 milioni di euro per l’anno 2025, 30 milioni di euro per l’anno 2026, 50 milioni di euro per l’anno 2027 e di 10 milioni di euro per l’anno 2028, l’autorizzazione di spesa relativa all’indennità APE sociale.

Le pensioni minime mantengono a quanto pare la maggiorazione prevista nel 2024. Così come dovrebbero restare analoghe le percentuali di rivalutazione basate sull’inflazione (in attesa che la Corte Costituzionale decida sulla loro legittimità). Quindi, al momento, ancora per il 2025 permane la penalizzazione per i trattamenti sopra le quattro volte il minimo, ma senza ulteriori ridimensionamenti.

Misure per il lavoro

Per quanto riguarda il mondo del lavoro, in Manovra 2025 c’è un intervento sulla soglia dei fringe benefit esentasse: l’aliquota fiscale sui premi di produzione resta agevolata al 5% anche per il 2025.

Dovrebbe essere prorogato anche lo sconto contributivo per le lavoratrici con almeno due figli (senza questa modifica, nel 2025 l’agevolazione avrebbe richiesto un minimo di tre figli) ed esteso anche alle lavoratrici autonome.

Stanziate anche le risorse per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, che si estenderanno per tutto il triennio 2025-2027. L’intervento ha come obiettivo il miglioramento delle condizioni salariali dei lavoratori del settore pubblico, con fondi che seguono l’andamento previsto del PIL nominale.

Nel decreto fiscale collegato alla Manovra 2025, si incrementa poi di 100 milioni di euro lo stanziamento per pagare gli straordinari già svolti nel 2024 dal personale delle Forze di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.

Bonus e incentivi per le famiglie

Una delle principali novità della Manovra è l’introduzione della Carta per i nuovi nati, un contributo di 1.000 euro per ogni bambino nato nel 2025. Destinato alle famiglie con un ISEE fino a 40.000 euro, questo bonus intende alleggerire i costi iniziali legati alla nascita di un figlio.

Confermato anche il potenziamento del bonus asili nido, che vede l’esclusione dell’Assegno Unico Universale dal computo ISEE per agevolare l’accesso ai servizi di prima infanzia, anche prevedendo l’esclusione delle somme relative all’Assegno Unico e Uiversale dal calcolo dell’ISEE.

Rifinanziata con 500 milioni di euro per il 2025 la CartaDedicata a te, destinata a sostenere le famiglie economicamente più fragili.

Imprese e Sud: incentivi occupazione e transizione

La Legge di Bilancio riserva una particolare attenzione al Mezzogiorno, confermando gli incentivi per l’occupazione giovanile e femminile fino al 2027.

In particolare nel Mezzogiorno si confermano gli incentivi finalizzati all’occupazione dei giovani e delle lavoratrici, che saranno riconosciuti anche ai rapporti di lavoro attivati nel biennio 2026-2027.

Le imprese localizzate nelle Zone Economiche Speciali (ZES) continueranno a beneficiare della decontribuzione, con incentivi anche per l’autoimpiego nei settori strategici per lo sviluppo di nuove tecnologie e la transizione digitale ed ecologica.

Sono inoltre previsti aumenti sui fringe benefits per i nuovi assunti che accettano di trasferire la residenza di oltre 100 km, incentivando così la mobilità del lavoro nel Sud Italia.

Le imprese potranno inoltre contare sulla proroga della tassazione agevolata al 5% per i premi di produttività, riconosciuti ai lavoratori per il triennio 2025-2027.

Collegato fiscale: novità sul Concordato Preventivo

Nel Concordato fiscale collegato alla Manovra 2025 trova posto una novità che riguarda il Concordato Preventivo Biennale, consentendo di applicare la sanatoria sui redditi pregressi non dichiarati:

I soggetti che hanno applicato gli indici sintetici di affidabilità fiscale (ISA) e che aderiscono al CPB entro il 31 ottobre 2024, possono adottare un regime di ravvedimento, versando una flat tax sostitutiva delle imposte sui redditi e IRAP.

Infine, il decreto consente di applicare il ravvedimento speciale anche per le annualità 2020 e 2021 nel caso in cui i contribuenti abbiano dichiarato una causa di esclusione dagli ISA a causa del Covid.