Il Governo intende rendere strutturale il taglio del cuneo fiscale, coerentemente con la riforma fiscale e la rimodulazione delle aliquote IRPEF. L’obiettivo è quello di mettere a punto un intervento coordinato che abbassi complessivamente le tasse.
L’indicazione è contenuta nel Piano Strutturale di Bilancio (PSB), che l’Esecutivo deve inviare alla Commissione UE nel rispetto delle nuove regole del Patto di Stabilità. Si tratta di un documento di politica economica particolarmente delicato per l’Italia, che è fra i paesi sotto procedura di infrazione per deficit eccessivo.
L’Esecutivo Meloni ha scelto di calibrarlo su sette anni, mettendo nero su bianco le strategie che intende intraprendere in questo periodo per sanare i conti pubblici.
Sul fronte della riforma fiscale ci sono diverse indicazioni di fondo: si va avanti con la revisione IRPEF, si proroga il taglio del cuneo fiscale, si procede con la revisione delle detrazioni fiscali e con la lotta all’evasione, anche attraverso nuovi strumenti di compliance come l’adempimento collaborativo e il concordato preventivo.
Vediamo in particolare quali sono le misure fiscali contenute nel PSB, che dopo essere stato approvato dal Governo è stato inviato alle Camere per i necessari pareri prima della presentazione a Bruxelles.
Taglio del cuneo fiscale strutturale
Non ci sono nel PSB indicazioni sulle scelte fiscali che il Governo intende fare in Manovra 2025, ma il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha annunciato la ferma intenzione di prorogare sia la riduzione da quattro a tre delle aliquote IRPEF sia l’esonero contributivo di sei o sette punti percentuali sui redditi da lavoro dipendente fino a 35mila euro (taglio del cuneo fiscale).
Fino ad oggi, il Governo ha sempre parlato di proroga dell’attuale taglio del cuneo fiscale, pur con l’intenzione di rendere la riduzione contributiva permanente. Quindi, resta probabile che la Legge di Bilancio 2025, che può contare su risorse limitate, preveda una semplice proroga. Ora invece c’è un documento programmatico che prevede un taglio strutturale del cuneo fiscale.
L’attuale misura prevede la riduzione della quota a carico del dipendente, pari al 7% per chi guadagna fino a 1.923 euro lordi al mese, al 6% fino a 2.692 euro.
Inoltre, si precisa l’intenzione di rendere «strutturali gli interventi di riduzione delle aliquote IRPEF già avviati nella prima fase di attuazione della legge delega di riforma fiscale», che saranno coordinati «con la definizione di misure strutturali di riduzione dell’incidenza degli oneri contributivi sul costo del lavoro».
Riforma delle aliquote IRPEF
In un altro passaggio viene sottolineato l’impegno «a rendere strutturali gli obiettivi di rimodulazione delle aliquote IRPEF e gli effetti del cuneo fiscale». Non c’è però la previsione di inserire nuove misure di riforma delle aliquote IRPEF nella Legge di Bilancio 2025, dopo la riduzine da quattro a tre scaglioni prevista per il 2024 e che verrà prorogata nel 2025.
Ci sono ipotesi che vedono nuovi passi avanti sulla riforma IRPEF, con l’allargamento del secondo scaglione e l’abbassamento della relativa aliquota fiscale. Attualmente riguarda i redditi fra 28mila e 50mila euro, tassati al 35%: verrebbe ampliato fino a 60mila euro con aliquota al 33%.
Ripetiamo: su queste ipotesi non ci sono indicazioni esplicite nel Piano Strutturale di Bilancio. Viene però enunciata l’intenzione di «stabilizzare gli obiettivi di riduzione del carico fiscale, limitare le distorsioni e la complessità del sistema fiscale, anche al fine di sostenere il potere di acquisto delle famiglie a medio-basso reddito e l’offerta di lavoro».
Per quanto riguarda gli obiettivi di riforma fiscale, vengono però confermate le indicazioni contenute nella legge delega: avanti con la riduzione delle aliquote IRPEF (la riforma prevede nel lungo periodo di arrivare a un’aliquota fiscale unica, con il criterio della progressività recuperato attraverso detrazione e deduzioni).
Riordino delle detrazioni fiscali
In programma nel PSB c’è una revisione delle tax expenditure pensata per «definire un sistema di agevolazioni fiscali basato sui principi di programmazione, selettività e monitoraggio ex ante, nel rispetto degli equilibri di bilancio di finanza pubblica».
L’idea è quella di «creazione di piattaforme dedicate e la definizione di tetti di spesa, aspetti di rilievo per verificare in anticipo la sostenibilità finanziaria delle misure di agevolazione».
Viene anche indicata la strategia di utilizzare il riordino delle spese fiscali, ad esempio in materia di agevolazioni energetiche, come leva strategica per conseguire simultaneamente gli obiettivi di incremento dell’efficienza del sistema fiscale e di transizione energetica e ambientale.
Altre misure di riforma fiscale
Altre indicazioni fiscali che emergono dalla lettura del PSB: razionalizzare e semplificare specifiche aree di imposizione, come la materia dell’imposta di registro, dell’imposta sulle successioni e donazioni, dell’imposta di bollo e degli altri tributi indiretti diversi dall’IVA, anche al fine di ridurre le distorsioni e le complessità presenti nel sistema tributario italiano.
Infine, per quanto riguarda la compliance, viene sottolineata l’importanza dell’adempimento collaborativo, un sistema di controllo del rischio fiscale garantito da certificazioni specifiche. La tax compliance è uno degli strumenti su cui la riforma punta per ridurre l’evasione fiscale, insieme alla digitalizzazione con banche dati interoperabili e strumenti di analisi del rischio sempre più sofisticati per intervenire sul lato dei controlli.