Notizia numero uno: nella riunione del 17 ottobre la BCE taglierà di nuovo i tassi d’interesse.
Notizia numero due: la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, ha rivolto un appello al Parlamento europeo per la promozione del mercato unico dei capitali. «Un mercato unico dei capitali profondo e integrato è essenziale per raggiungere alcuni obiettivi chiave dell’UE» e «deve pertanto costituire un pilastro della strategia competitiva dell’Unione Europea».
In audizione al Parlamento europeo, ha fatto proprio il monito lanciato da Mario Draghi sulla necessità di rilanciare urgentemente la crescita europea attraverso cambiamenti anche strutturali.
Il mondo sta cambiando rapidamente e l’Europa sta restando indietro. La diagnosi e la soluzione sono chiare: l’UE deve unirsi e affrontare le sfide strutturali per aumentare la propria competitività.
Vediamo tutto.
Politica monetaria BCE verso la svolta espansiva
Nel mese di giugno la BCE ha iniziato a ridurre i tassi d’interesse, a due anni dall’inizio della più vigorosa stretta monetaria mai avvenuta in Europa. In quell’occasione, Lagarde aveva sottolineato che la strategia restava restrittiva, con l’obiettivo di continuare a raffreddare l’inflazione. A settembre è seguito un altro ribasso di 25 punti base, sempre in ottica di prudenza. Ora sembra che la strada sia più in discesa.
La banca centrale continuerà comunque «a seguire un approccio dipendente dai dati per determinare il livello e la durata appropriati della restrizione, concentrandosi sulle prospettive di inflazione, sulle dinamiche dell’inflazione sottostante e sulla forza della trasmissione della politica monetaria» sottolinea Lagarde.
Il segnale ai mercati è sempre lo stesso: non c’è una traiettoria predefinita di taglio dei tassi, in base ai dati macroeconomici Francoforte di volta in volta interverrà per tenere sotto i controlli i sopra citati fattori, inflazione in primis.
Tuttavia, «gli ultimi sviluppi rafforzano la nostra fiducia che l’inflazione tornerà al target in modo tempestivo», sottolinea Lagarde, che poi diventa ancora più esplicita: «ne terremo conto nella nostra prossima riunione di politica monetaria di ottobre».
La stretta monetaria è insomma terminata e ora le previsioni degli analisti si concentrano sull’intensità e sulla velocità di questa nuova fase di progressiva riduzione.
Fra l’altro, anche la Federal Reserve americana a settembre ha intrapreso analogo percorso, con una riduzione del costo del denaro di 50 punti base. La BCE fino a oggi ha stabilito due tagli di un quarto di punto, a giugno e settembre.
Mutui meno cari con il taglio dei tassi
Uno dei primi effetti della riduzione dei tassi sull’economia reale è rappresentato dal calo dei costi per mutui e prestiti. Gli ultimi dati di Mutuionline indicano un tasso medio sul tasso variabile ad agosto del 4,64%, in calo dal 4,85% di luglio e il 5,08% di maggio. Più lenta la flessione del tasso fisso, comunque più conveniente del variabile (ad agosto 3,20%).
Economia europea a rilento
Al di là di questo impatto immediato, il problema è che la crescita europea è adesso troppo bassa rispetto a quella delle altre grandi macro aree, come Usa e Cina. Su questo fronte strategico, è da sottolineare la presa di posizione della banca centrale sul rapporto Draghi.
Lagarde parte da un’analisi della situazione economica europea. Dopo la pandemia, c’è stata una lenta ripresa, il 2024 ha segnato un PIL in rialzo dello 0,3% nel primo trimestre e dello 0,2% nel secondo. Tuttavia «la crescita nel secondo trimestre è derivata principalmente dalle esportazioni e dai consumi pubblici». Per il resto, i segnali sono preoccupanti.
La domanda interna è rimasta debole poiché le famiglie hanno consumato meno, le aziende hanno tagliato gli investimenti aziendali e gli investimenti immobiliari sono diminuiti. Il settore dei servizi sta tenendo, con segnali di decelerazione, mentre l’attività nei settori manifatturiero e delle costruzioni rimane debole.
La ripresa dovrebbe rafforzarsi nel tempo, grazie all’aumento dei redditi reali e quindi dei consumi delle famiglie. Positivo invece l’andamento del mercato del lavoro, che dimostra resilienza con un tasso di disoccupazione al 6,4% in luglio, invariato a livello tendenziale, a fronte di un rallentamento dell’occupazione limitato allo 0,2%. E, soprattutto, «la disinflazione ha accelerato negli ultimi due mesi».
Unione del mercato dei capitali
In questo contesto, la strategia europea deve essere caratterizzata dal cambiamento. «L’UE deve unirsi e affrontare le sfide strutturali per aumentare la propria competitività». Cosa bisogna fare? In primo luogo, l’unione del mercato dei capitali.
La BCE ha da tempo sottolineato la necessità di progressi in quest’area per integrare i nostri mercati frammentati e quindi promuovere la diversificazione del rischio e l’assorbimento degli shock in tutta l’UE. Ciò sosterrebbe la stabilità finanziaria e faciliterebbe la trasmissione della politica monetaria.
Questo passaggio è importante in un momento in cui bisogna finanziare la transizione digitale e green. Quindi, «la promozione dell’Unione dei mercati dei capitali deve costituire un pilastro della strategia competitiva dell’UE», e per portarla avanti «un programma concreto con chiare priorità» che sia «rapidamente seguito da azioni genuine». La BCE indica tre linee d’azione:
- mobilitare il risparmio privato verso investimenti nel mercato dei capitali europei,
- prevedere «un unico ecosistema di regolamentazione e vigilanza che promuova l’integrazione del mercato»,
- «raggiungere una scala e una profondità maggiori».
«Far progredire l’unione dei mercati dei capitali è una parte importante di questo programma, ma non l’unica. Saranno necessari anche sforzi significativi per rafforzare la resilienza economica dell’Europa e decarbonizzare l’economia. Ciò richiederà investimenti sostanziali nei prossimi anni, che devono provenire sia da fonti private che pubbliche».
Infine, Lagarde ha lanciato un segnale sulle aggregazioni bancarie. Non ha fatto specifico riferimento all’operazione Unicredit-Commerzbank (la banca italiana è salita al 20% del capitale e in Germania ci sono resistenze nei confronti di possibili sviluppi dell’operazione) ma ha ribadito che «le fusioni bancarie transfrontaliere sono auspicabili».