Entra nel vivo la nuova stagione dei rinnovi contrattuali nel pubblico impiego avviata nel 2023.
Oltre agli aumenti retributivi confermati dall’ARAN per il rinnovo dei CCNL del comparto statale (Funzioni Centrali) pari a 160 euro, potrebbe arrivare anche un ulteriore incremento dello 0,22% sotto forma di salario accessorio, generando un aumento complessivo pari al 6% e quindi superiore al 5,74% ipotizzato inizialmente.
Novità in arrivo anche per quanto riguarda lo smart working, soprattutto a beneficio dei dipendenti pubblici più anziani. Tra le ipotesi al vaglio, infatti, rientra la concessione di una maggiore flessibilità nelle ore di lavoro con possibilità di lavorare da casa, compatibilmente con le esigenze delle singole PA.
La nuova bozza per il rinnovo del CCNL 2022-2024 dei dipendenti delle Funzioni centrali presentata da ARAN ai sindacati, contiene prima di tutto una novità: l’introduzione del cosidddetto age management e, ossia l’incentivo al ricambio generazionale attraverso l’assegnazione di attività di tutoring ai lavoratori più anziani e competenti, trattenuti in servizio su base volontaria fino a 70 anni per svolgere tale ruolo a supporto dei nuovi ingressi.
La proposta sull’age management – ha sottolineato Antonio Naddeo, presidente dell’ARAN – vuole essere una risposta concreta alle sfide poste dal progressivo invecchiamento della forza lavoro nel pubblico impiego:
punta a valorizzare il capitale umano lungo l’intero arco della vita lavorativa, promuovendo al contempo l’efficienza organizzativa e il benessere dei dipendenti.
Una scelta che non va contro i giovani, secondo Naddeo, ma che piuttosto vuole attivare mira all’attivazione di politiche di gestione del personale più innovative.