L’ISTAT ha pubblicato l’attesa revisione dei conti pubblici nazionali che aggiorna l’andamento degli ultimi anni: se il PIL 2023 non brilla, il miglioramento del deficit e del saldo primario liberano un minimo di risorse in più per la Legge di Bilancio.
I nuovi dati potrebbero infatti fornire al Governo un po’ di respiro nel predisporre la Manovra 2025, che deve iniziare a ridurre il disavanzo in linea con il Piano Strutturale di Bilancio da presentare all’Unione Europea in base al nuovo Patto di Stabilità.
Il ricalcolo ISTAT sui conti pubblici
La revisione generale ISTAT dei Conti Economici Nazionali è stata effettuata in accordo con le raccomandazioni europee che prevedono operazioni di questo tipo almeno ogni cinque anni. L’ultima era avvenuta nel settembre del 2019, a 5 anni di distanza dalla precedente.
Nel 2023, scendono sia il PIL, allo 0,7% dallo 0,9% stimato a marzo, sia il rapporto deficit/PIL, al 7,2% rispetto al precedente 7,4%. Il dato, corretto al ribasso per il 2023, è invece al rialzo nel 2022 e 2021 rispetto alle stime precedentemente fornite. Migliora anche il debito, nel 2023 al 134,6%, valutato invece al 137,3% nel DEF, il Documento di economia e finanza sulla base del quale vengono impostate le politiche economiche.
Cambiano i dati sull’andamento del PIL
In base al ricalcolo, commenta l’ISTAT, «rispetto alle stime diffuse a marzo 2024, il PIL nominale del 2021 è risultato superiore di circa 21 miliardi e nel 2022 e 2023, rispettivamente, di 34 e 43 miliardi».
In termini assoluti, anche la crescita del PIL 2023 è stata superiore alle precedenti stime; è il tasso di variazione che si è invece fermato allo 0,7%, con una flessione di 0,2 punti rispetto allo 0,9% del DEF di marzo.
«Il PIL in volume del 2023 si è attestato a un livello per la prima volta superiore al massimo raggiunto prima della crisi finanziaria del 2008».
Migliorano deficit e debito
Per quanto riguarda gli altri principali indicatori macroeconomici, «la revisione generale dei conti economici e degli aggregati di finanza pubblica ha comportato un miglioramento dell’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al PIL che, per il 2022 e per il 2023, si attesta rispettivamente a -8,1% e -7,2% (dal -8,6% e -7,4% nelle stime rilasciate lo scorso aprile)».
In tabella i principali dati su deficit e debito.
L’impatto sul PSB e sulla Manovra 2025
Sono dati importanti in vista della predisposizione del PSB (Piano Strutturale di Bilancio) da inviare a Bruxelles, che contiene il percorso di rientro dalla procedura per deficit eccessivo. Il Governo italiano ha approvato il 17 settembre scorso uno schema di PSB, riservandosi di aspettare i dati ISTAT di revisione prima di inviarlo al Parlamento e successivamente alla Commissione UE. Per farlo, ha chiesto all’esecutivo comunitario una proroga rispetto alla scadenza prevista del 20 settembre.
A cascata, l’impatto è positivo anche per la messa a punto della Manovra 2025. L’andamento dei conti pubblici è infatti fondamentale per mettere a punto la Legge di Bilancio, perché consente di individuare le risorse disponibili, quest’anno scarse.
Entro la fine del mese il Governo dovrà approvare la nota di aggiornamento al DEF, e a metà ottobre la manovra vera e propria.