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La BCE taglia i tassi, verso un nuovo calo dei mutui

di Barbara Weisz

12 Settembre 2024 16:25

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La Banca Centrale Europea limita riduce ancora il costo dell denaro, taglio di 25 punti base e prudenza sulle prossime mosse: scendono i costi di prestiti e mutui.

Come da previsioni, la BCE (Banca Centrale Europea) ha approvato l’atteso taglio dei tassi d’interesse sul costo del denaro, riducendoli di 25 punti base. Così come quello di giugno, avrà impatto sull’economia reale riducendo il peso delle rate di prestiti e mutui.

La presidente Christine Lagarde ha chiarito che la decisione «è stata unanime» anche se il consiglio direttivo non ha comunque ritenuto di operare una mossa più espansiva, in coerenza con l’andamento ancora incerto dell’inflazione e dell’economia.

Non ci sono indicazioni su futuri allentamenti, le decisioni restano data driven e saranno prese volta per volta. La direzione intrapresa è però senz’altro ribassista, pur senza strategie prefissate in termini di velocità e intensità delle prossime mosse.

Tassi d’interesse BCE: quanto vale il nuovo taglio

Il tasso sui depositi scende al 3,5% dal precedente 3,75%, mentre gli altre due tassi di riferimento registrano una flessione assoluta maggiore, pari a 60 punti base, perché scatta anche un aggiustamento tecnico. Per cui il tasso sui rifinanziamenti principali si porta al 3,65% dal precedente 4,25%, mentre il tasso sui prestiti marginali cala a 3,90% dal precedente 4,50%.

Come si legge nel comunicato del Board BCE:

Sulla base della valutazione aggiornata delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, è opportuno compiere un altro passo nella moderazione del grado di restrizione della politica monetaria.

L’andamento dell’inflazione

Il “sorvegliato speciale” dei banchieri centrali europei, ovvero l’inflazione, rispecchia totalmente le attese, di conseguenza la BCE  ha optato per un ulteriore taglio dei tassi dopo quello del giugno scorso. Non si tratta però di una  strategia di ribasso dei tassi con tempistiche definite, visto che le decisioni continueranno a essere di volta in volta, guidati dai dati. La BCE è determinata ad assicurare il ritorno dell’inflazione al suo obiettivo di medio termine, pari al 2%. Di conseguenza:

manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo fine.

Gli esperti della BCE vedono l’inflazione al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026, come nelle proiezioni di giugno. Resta previsto un aumento nell’ultima parte di quest’anno, e una successiva fase ribassista fino a raggiungere l’obiettivo de 2% nella seconda metà del prossimo anno. Le condizioni di finanziamento rimangono restrittive e l’attività economica resta contenuta, di riflesso alla debolezza dei consumi privati e degli investimenti.

Le proiezioni indicano un tasso di crescita economica dello 0,8% nel 2024, dell’1,3% nel 2025 e dell’1,5% nel 2026, con una lieve revisione al ribasso rispetto alle proiezioni di giugno, principalmente per effetto del minore contributo della domanda interna nei prossimi trimestri.

L’impatto sui mutui a tasso variabile e fisso

I primi calcoli sull’impatto sui mutui sono di Facile.it che vede un risparmio intorno ai 18 euro sulla rata di un mutuo variabile e una fase ribassista proseguire anche nei prosismi mesi. Il calo complessivo delle rate di un mutuatario medio è stimato in circa 38 euro entro la fine del 2024, con ulteriori ribassi nel 2025 che porterebbero le rate medie a diminuire, complessivamente, di poco più di 85 euro entro la metà del prossimo anno.

Esempio pratico: mutuo variabile di 126mila euro in 25 anni al 70%, sottoscritto ad inizio 2022: rata di agosto 2024 pari a 733 euro (ben 277 euro in più rispetto agli iniziali 456 euro). Potrebbe scendere a circa 721 euro a settembre, a 683 euro entro la fine dell’anno e a 634 euro entro giugno 2025.

L’altra conseguenza dell’inversione di tendenza della politica monetaria è l’impatto su i mutui a tasso fisso. Si parte da un TAN del 2,63%, vale a dire una rata mensile di 574 euro (che scende a 563 euro in caso di mutuo green), contro il 4,24% dei migliori tassi variabili.

Per le surroghe, che ad agosto rappresentavano il 28% della richiesta totale di muiti con un progresso dell’8% sul 2023, le milgiori offerte partono dal 2,79%, vale a dire una rata di 584 euro.