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Bonus Mamme in busta paga: dal 2025 solo con tre figli

di Teresa Barone

6 Settembre 2024 11:13

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Bonus Mamme previsto dalla Manovra 2025 ma a beneficiarne saranno probabilmente solo le madri con almeno tre figli, restano anche le criticità d'imposta.

La Manovra 2025 non taglierà il Bonus Mamme, tuttavia a restringersi sarà la platea delle destinatarie. Per poter usufruire della misura, infatti, le madri lavoratrici dipendenti dovranno avere almeno tre figli.

Stando alle anticipazioni, per il 2025 lo sgravio totale dei contributi in busta paga a carico delle mamme lavoratrici non sarà eliminato dal Governo. Ma non sono tutte rose e fiori.

Bonus mamme: anticipazioni 2025

La Manovrà 2025 riconoscerà ancora la decontribuzione nel limite massimo di 3mila euro annuali, al fine di sostenere l’occupazione femminile e contrastare il calo delle nascite. Come ha sottolineato il sottosegretario all’Economia Federico Freni ai microfoni di Radio24:

Nei piani del governo c’è la volontà di incentivare le lavoratrici madri e supportare la natalità, quindi queste misure non saranno tagliate.

Tuttavia c’è una forte limitazione alla fruizione del bonus: fino al 31 dicembre 2024 l’esonero al 100% dalle trattenute INPS concesso su domanda alle lavoratrici dipendenti madri sarà concesso anche con due figli, mentre dal 2025 il beneficio sarà erogato solo a favore delle donne con almeno 3 figli. Infine, questa opportunità scadrà il 31 dicembre 2026.

I punti critici della decontribuzione per madri lavoratrici

Lo sgravio contributivo, tra l’altro, oltre che dipendenti che hanno solo un figlio e alle madri con il secondo figlio che supera i dieci anni, attualmente non viene applicato alle lavoratrici autonome nè alle parasubordinate. Ed anche le collaboratrici domestiche sono escluse del beneficio. Sicuramente, non si saranno novità su questo fronte, limitando fortemente la platea delle potenziali beneficiarie.

Inoltre, il bonus non è compatibile con il taglio del cuneo fiscale.

Un ultima considerazione: nel 2024 lo sgravio è stato chiesto da pochissime madri perchè penalizzante on termini di tassazione IRPEF: l’esonero contribuisce infatti ad aumentare l’imponibile con il rischio di passare nello scaglione IRPEF più costoso. E chi si trova al limite dei 15mila euro rischia di perdere il trattamento integrativo da 1200 euro annui.