Se una norma fiscale presenta obiettive condizioni d’incertezza, e successivamente l’Agenzia delle Entrate interviene con un documento di prassi chiarificatore, il contribuente può sanare eventuali errori entro 60 giorn, presentando una dichiarazione integrativa e versando l’imposta dovuta.
Lo prevede il dlgs 87/2024 attuativo della Riforma Fiscale in materia di revisione del sistema sanzionatorio, conuna nuova disposizione entrata in vigore il primo settembre.
Niente sanzioni se la norma fiscale non è chiara
Il Fisco non sanziona eventuali errori in presenza di un comportamento determinato da una norma difficile da interpretare e subito corretto in presenza di un intervento esplicativo.Tale documento di prassi deve essere una circolare interpretativa o applicativa, oppure una consulenza giuridica. Non fa invece scattare la possibilità di dichiarazione integrativa la risposta a interpello o una consultazione semplificata.
La nuova norma va ad aggiungere il comma 5-ter all’articolo 6 del dlgs 472/1997:
Non è punibile il contribuente che si adegua alle indicazioni rese dall’amministrazione competente con i documenti di prassi riconducibili alle tipologie di cui all’articolo 10-sexies, comma 1, lettere a) e b), della legge 27 luglio 2000, n. 212 (si tratta appunto di circolari e consulenza giuridiche, ndr), provvedendo, entro i successivi sessanta giorni dalla data di pubblicazione delle stesse, alla presentazione della dichiarazione integrativa e al versamento dell’imposta dovuta, semprechè la violazione sia dipesa da obiettive condizioni d’incertezza sulla portata e sull’ambito di applicazione della norma tributaria.
Quando si applica la dichiarazione integrativa senza sanzioni
La novità consente al contribuente che ha commesso un errore nel predisporre la dichiarazione dei redditi di sanare la propria posizione senza pagare sanzioni. Esclusivamente nel caso in cui si verifichino queste due condizioni:
- c’era effettivamente un’oggettiva difficoltà interpretativa della norma;
- l’Agenzia delle entrate ha fornito chiarimenti attraverso circolari o consulenza giuridica.
In questi casi, entro 60 giorni dal documento di prassi del Fisco, il contribuente deve presentare la dichiarazione integrativa, e versare il dovuto. Se rispetta questi termini, pagherà solo la somma originariamente dovuta, senza le sanzioni del ravvedimento operoso.
Aspetti da chiarire
Saranno utili gli orientamenti interpretativi di questa nuova norma fiscale, soprattutto per chiarire in quali casi si possa ragionevolmente far valere l’esistenza di condizioni di incertezza sulla portata o sull’ambito di applicazione di una norma. In base alla formulazione, infatti, non basta che intervenga una circolare chiarificatrice, ma è necessario che sussistano anche «obiettive condizioni di incertezza», che andranno definite con precisione.
Bisogna anche capire se, essendo la norma valida dal primo settembre, per poterla applicare basta che il documento di prassi sia successivo a questa data, o se invece anche l’originaria irregolarità sia sanabile solo se commessa dopo l’entrata in vigore della riforma.
Le altre novità sulla riforma delle sanzioni
La riforma delle sanzioni, lo ricordiamo, prevede anche una serie di interventi fra i quali la riduzione delle multe per dichiarazione infedele, omessa, per determinati casi di omessa o infedele fatturazione o trasmissione telematica dei corrispettivi, e per altre irregolarità relativa a IVA, reverse charge, compensazioni, registrazione atti, successioni.