Assegno Unico: stop in vista senza ISEE e per redditi alti

di Anna Fabi

2 Settembre 2024 09:42

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Il Governo valuta modifiche all'Assegno Unico per i figli dal 2025, con una riforma in Legge di Bilancio: limitato a famiglie a basso reddito e con ISEE.

Il Governo italiano sta considerando una revisione dell’Assegno Unico per i figli a carico, con l’obiettivo di migliorare la premialità per le famiglie numerose e affrontare le problematiche legate alla cumulabilità con l’ISEE.

La riforma potrebbe essere inserita nella Manovra economica 2025, con un possibile riorientamento delle risorse verso le famiglie con disabili e quelle numerose, a scapito dei ceti medi che non presentano l’ISEE.

Vediamo tutto in dettaglio.

Criticità attuali dell’Assegno Unico

L’Assegno Unico e Universale, introdotto come misura di sostegno alle famiglie con figli, è al centro di una discussione politica per alcune criticità emerse dalla sua attuazione.

Tra queste, vi è la percezione di una “premialità ridotta” per quanto riguarda il sostegno alla natalità e alle famiglie numerose, uno degli obiettivi dichiarati della misura. Inoltre, il meccanismo di cumulabilità con l’ISEE sta sollevando dubbi, spingendo il Governo a considerare possibili modifiche.

Taglio AUU: per chi potrebbe scattare nel 2025

Secondo le prime indiscrezioni, l’esecutivo Meloni – nonostante l’apparente smentita – starebbe effettivamente valutando l’ipotesi di ridurre o eliminare l’assegno per le famiglie senza ISEE o che hanno un reddito oltre 45.000 euro annui.

CALCOLO ASSEGNO UNICO

L’obiettivo sarebbe quello di destinare le risorse così risparmiate alle famiglie più bisognose, in particolare quelle numerose o con figli disabili, e di finanziare il bonus per le madri autonome, una delle novità previste nella prossima manovra finanziaria.

La procedura di infrazione UE

Un ulteriore fattore che sta influenzando la revisione dell’Assegno Unico è la procedura di infrazione avviata dall’Unione Europea nei confronti dell’Italia. A luglio 2024, il paese è stato deferito alla Corte di Giustizia UE a causa dell’esclusione dei lavoratori stranieri dall’accesso alla misura, una questione che il Governo intende risolvere in modo definitivo.

Tuttavia, questa situazione sembra essere anche un’opportunità per il Governo di riscrivere il Piano nazionale per le famiglie, varato nel 2022 sotto il governo Draghi-Bonetti (Family Act).Vuol dire cambiare l’impianto della misura per trovare una scappatoia legisltativa che consenta di escludere gli stranieri dal bonus famiglia; ma a questo punto anche altre categorie di beneficiari, compresi i genitori senza ISEE e le famiglie del ceto medio-alto.

Le intenzioni di Governo

Ed anche se gli esponenti di Governo (Premier Giorgia Meloni e Ministra Roccella in primis) provano a smentire, dalle loro stesse dichiarazioni emerge la volontà di riscrivere le regole dello strumento, che comunque va rivisto a causa della procedura d’infrazione UE, che necessita di risolvere il contenzioso europeo.

Insomma, con molta probabilità lo strumento che ha fatto il suo debuto nel 2022 assorbendo le precedenti misure e le detrazioni IRPEF in bista paga (nonché gli ANF – Assegni Familiari dei lavoratori), dal prossimo anno non sarà più un Assegno Universale ma tutta un’altra cosa.

Resta da vedere come il Governo intenderà valutare questi fattori nella stesura della prossima Manovra economica, che dovrà conciliare le necessità di bilancio con le promesse elettorali e la pressione dell’Unione Europea.

Come può cambiare l’Assegno Unico 2025

La revisione dell’Assegno Unico potrebbe pertanto avere significative implicazioni per molte famiglie italiane. Da un lato, l’intenzione di aumentare il sostegno alle famiglie numerose e con disabili potrebbe essere accolta positivamente da chi è in condizioni di maggiore fragilità economica. Dall’altro, l’eventuale riduzione del beneficio per chi non presenta l’ISEE o per chi ha redditi più elevati potrebbe sollevare critiche, soprattutto in un contesto di crescente disuguaglianza economica.

Nella Legge di Bilancio 2025, la direzione intrapresa dal Governo potrebbe portare a una riforma dell’AUU più in linea con l’orientamento della maggioranza, ridisegnando il sostegno economico alle famiglie italiane in un’ottica selettiva e focalizzata su famiglie numerose e con disabili nel nucleo.

L’Assegno Unico dovrebbe pertanto subire una reale revisione significativa nel 2025, con un focus sulle famiglie numerose e con disabili. Un modo per rivedere anche i criteri di assegnazione delle risorse pubbliche dedicate al welfare familiare.