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Rivalutazione pensioni 2025: prime simulazioni

di Teresa Barone

22 Agosto 2024 09:05

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Rivalutazione pensioni, ipotesi sblocco aumenti in adeguamento al costo della vita: prime stime su perequazione automatica 2025 e indicizzazione assegni.

In vista dello schema di Legge di Bilancio atteso per dopo l’estate, già si fanno le prime ipotesi sulle scelte di Governo in relazione alla rivalutazione delle pensioni nel 2025.

L’Esecutivo Meloni replicherà il trend degli ultimi anni modificando il meccanismo per l’indicizzazione che ogni anno adeguare i trattamenti pensionistici all’aumento del costo della vita? Oppure si torneranno ad applicare la disciplina ordinaria sulla perequazione automatica (Legge n. 448/1998)?

Vediamo le prime anticipazioni.

Indicizzazione delle pensioni: cosa aspettarsi in Manivra 2025

Sebbene esista una legge ad hoc che stabilisce precise aliquote e fasce di reddito pensionistico alle quali applicarle, negli ultimi anni l’adeguamento degli importi delle pensioni è stato rimodultato dal Governo, chiamato a fronteggiare la morsa dell’inflazione che ha reso troppo costoso per le casse sello Stato applicare l’indicizzazione piena.

A partire da gennaio 2025, pertanto, potrebbe essere applicato un nuovo semi-blocco degli aumenti pensionistici,  limitando l’adeguamento pieno ad una ristretta platea di beneficiari.

Rivalutazione pensioni 2025: gli importi stimati

Stando a quanto richiesto dalla Corte Costituzionale, in realtà, la perequazione dovrebbe seguire le regole ordinarie previste dalla Legge n. 448/1998, anche considerando che il tasso di inflazione medio si aggirerà intorno all’1,6% alla fine del 2024.

Applicando questo ipotetitco tasso, per il 2025 la pensione minima dovrebbe aumentare a circa 608,18 euro mensili, dagli attuali 598,61 euro (pari a 7.781,93 euro annui). Dunque, un tasso relativamente “normale”.

Fasce di perequazione pensioni: regole a confronto

La “normativa standard” prevede le seguenti percentuali di perequazione a seconda dell’importo del trattamento pensionistico:

  • rivalutazione del 100% per le pensioni fino a 4 volte il trattamento minimo;
  • rivalutazione del 90% tra le 4 e le 5 volte il trattamento minimo;
  • rivalutazione del 75% oltre le 5 volte il trattamento minimo.

Lo scorso anno, invece, il tasso di riferimento è stato del 5,4% e le pensioni lo hanno incamerato seguendo il seguente schema:

  • fino a 4 volte il minimo: indicizzazione 100%
  • fra 4 e 5 volte il minimo: indicizzazione 85% 
  • tra 5 e 6 volte il minimo: indicizzazione 53%
  • tra 6 e 8 volte il minimo: indicizzazione 47%
  • fino a 10 volte il minimo: indicizzazione 37%
  • oltre 10 volte il minimo: indicizzazione 22%

La perequazione automatica delle pensioni, in adeguamento all’aumento del costo della vita, prende sempre a riferimento l’indice annuale individuato dall’Istat e poi applicato secondo le previsioni di un apposito decreto del Ministero del Tesoro. Il meccanismo delle fasce, tuttavia, negli ultimi anni è stato cambiato dal Governo in sede di Manovra economica.