Autonomia differenziata: legge a rischio di incostituzionalità

di Barbara Weisz

7 Agosto 2024 15:10

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Regioni spaccate sull'autonomia differenziata, tra raccolta firme per il referendum abrogativo e l'impugnazione dinanzi alla Corte Costituzionale.

Prosegue la protesta contro la legge sull’autonomia differenziata. Nei giorni scorsi, il presidente della Puglia ha addirittura impugnato la legge dinanzi alla Corte Costituzionale per «lesione della sfera di competenza delle Regioni».

L’art. 127, comma 2, della Costituzione permette infatti di porre la questione di legittimità alla Corte costituzionale entro 60 giorni dalla pubblicazione di una legge o atto avente valore di legge.

L’iniziativa si aggiunge a quelle intraprese nelle ultime settimane, a partire dall’impegno sul referendum abrogativo. Altre Regioni, come la Sardegna, hanno ipotizzato di rivolgersi alla Consulta.

Vediamo come si sta sviluppando il dibattito

La legge sull’autonomia differenziata

La norma su cui viene interpellata la Suprema Corte è la Legge n. 86/2024 in vigore dal 13 luglio, in base alla quale le Regioni possono chiedere di gestire 23 nuovi settori. In alcuni casi bisogna ancora individuare i LEP (Livelli Essenziali delle prestazioni) mentre in altri le Regioni possono già avviare l’iter di richiesta delle nuove funzioni.

Il Veneto, ad esempio, ha già presentato all’Esecutivo Meloni la domanda per l’autonomia differenziata su alcune delle materie non soggette ai LEP.

Si tratta di: Organizzazione della giustizia di pace, Commercio con l’estero, Professioni, Protezione civile, Previdenza complementare e integrativa, Coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, Casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale, Enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale, Rapporti internazionali e con l’Unione europea.

Le motivazioni contro la legge

Molte Regioni si stanno muovendo contro la cosiddetta Legge Calderoli, sul fronte referendario e non solo: Emilia Romagna, Toscana Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna le piùm schierate.

L’iniziativa della Puglia muove in particolare dalla seguente considerazione: l’articolo 116, coma 3, della Costituzione consente di attribuire «ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni a statuto ordinario, e non certo la possibilità, invece prevista dalla legge Calderoli, del trasferimento di tutte le funzioni concernenti tutte le 23 materie contemplate dall’articolo 117 Cost».

«Questa iniziativa – sottolinea il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, – nasce con lo spirito di tutelare i cittadini italiani e l’unità stessa del nostro Paese nel rispetto dei principi sanciti dai nostri padri costituenti. Quindi tale impugnativa si affianca alle iniziative referendarie, seguendo un percorso parallelo che va nella stessa direzione ed offrendo una strada in più dinanzi alla Corte costituzionale per contrastare gli effetti di squilibrio dell’assetto economico-finanziario delle Regioni e la violazione delle competenze regionali attribuite dalla Costituzione».