Sarà rinnovato l’Accordo Quadro per l’anticipo del TFS e TFR da parte delle banche ai dipendenti pubblici, secondo i termini stabiliti nel 2020 e poi confermati nel 2022.
Il tavolo tecnico per la riproposizione dello strumento, tenutosi nei giorni scorsi, ha visto la partecipazione di tutti gli attori istituzionali coinvolti, vale a dire: Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero del Lavoro, ABI e INPS: l’intenzione a rinnovare l’accordo è stata unanime.
Finanziamento anticipato per l’anticipo TFR
La procedura consente ai lavoratori della PA che vanno in pensione di ottenere un finanziamento agevolati fino a 45mila euro, corrispondente ad una quota parte del TFR/TFS maturato.
La misura è pensata per chi si ritira prima di avere completato la maturazione complessiva del trattamento, ad esempio per chi va in pensione con Quota 103.
Lo schema di accordo per il rinnovo 2024 è stato già inviato alle PA convolte.
TFS differito: le ultime novità
In materia di erogazione del TFS e del TFR, lo ricordiamo, è intervenuta in passato anche la Corte Costituzionale condannando i ritardi e le attese protratte fino a sette anni e sottolineando la necessità di colmare la disparità tra dipendenti pubblici e privati relativamente ai tempi di erogazione degli importi previsti. E’ stata aperta da poche settimane anche una petizione, tuttavia ad oggi, non ci sono novità di legge in materia.
Tra l’altro, per il 2024 si è esaurito anche il plafond INPS che permette di richiedere l’anticipazione integrale del TFS a tassi agevolati.
Per cui, ad oggi, l’unica opzione per ottenere una prima quota del proprio Trattamento di Fine Servizio in attesa che maturino i tempi di legge (posso passare anche alcuni anni), è proprio l’anticipo bancario tramite convenzione, sebbene siano poche le banche che vi aderiscono.