Durante il periodo di preavviso, molti lavoratori si chiedono se sia possibile prendere le ferie residue, permessi o malattia e quali siano le implicazioni legali di tale scelta, considerando il contratto di lavoro e le specifiche normative vigenti.
In questo articolo, esamineremo in dettaglio cosa dice la legge riguardo alle ferie durante il preavviso, cosa succede se si va in ferie durante questo periodo e se è possibile smaltire le ferie accumulate. Inoltre, analizzeremo quali assenze non interrompono il preavviso e come i datori di lavoro e i dipendenti possono gestire al meglio questa fase delicata del rapporto lavorativo.
Ferie durante il preavviso: cosa dice la legge
Il rapporto di lavoro a tempo indeterminato non può essere interrotto da nessuna delle due parti – né dal dipendente, né dal datore di lavoro – senza un periodo di preavviso, salvo eccezioni ben definite dalla legge: licenziamento o dimissioni per giusta causa e maternità, durante il periodo di prova, in caso di risoluzione consensuale del contratto (prevista dall’art. 1372 del Codice Civile).
Secondo l’articolo 2118 del Codice Civile, il periodo di preavviso serve a garantire al datore di lavoro un tempo adeguato per trovare un sostituto e al lavoratore per cercare una nuova occupazione. I termini sono stabiliti dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) applicato, variando in base a fattori come il tipo di contratto, il ruolo e l’anzianità di servizio.
L’azienda potrebbe concordare le ferie durante tale periodo per evitare il pagamento di indennità per ferie non godute o contributi più elevati, ma in realtà la legge italiana stabilisce che il periodo di preavviso deve essere effettivamente lavorato e che non può comprendere ferie e assenze.
Cosa succede se si va in ferie durante il preavviso?
Chiedere le ferie durante il preavviso è dunque possibile ma ha delle precise conseguenze, dal momento che i giorni di assenza del lavoratore non sono inclusi nel calcolo di quelli di preavviso. Se pertanto il lavoratore prende le ferie o altre assenze retribuite, il periodo di preavviso si interrompe e riprende al suo ritorno in azienda o dell’attività in smart working.
In pratica, il preavviso viene sospeso e riprende al termine delle ferie, portando a un prolungamento del periodo e, di conseguenza, a ritardare la data effettiva di cessazione del rapporto di lavoro.
Durante il periodo di preavviso il lavoratore continua ad accumulare ferie e permessi che l’azienda dovrà pagare se non utilizzati, ma se il dipendente decide di usufruirne durante il preavviso, l’indennità sostitutiva del preavviso non sarà dovuta.
Smaltimento ferie durante il preavviso: è possibile?
Lo smaltimento delle ferie durante il preavviso è dunque possibile, ma richiede un accordo tra datore di lavoro e dipendente. Il datore di lavoro può richiedere al dipendente di utilizzare le ferie maturate durante il preavviso per ridurre i costi associati alle ferie non godute. Ciò perché quando il rapporto di lavoro termina, le ferie non utilizzate devono essere pagate: il dipendente ha diritto a un’indennità sostitutiva calcolata sulla retribuzione effettiva complessiva.
Il dipendente ha tuttavia la facoltà di rifiutare tale richiesta, se le ferie non sono state pianificate in precedenza. In questo caso, le ferie residue saranno monetizzate al termine del rapporto di lavoro, in conformità con quanto stabilito dal contratto collettivo nazionale di lavoro applicabile.
È inoltre possibile trovare un accordo che consenta al dipendente di utilizzare le ferie senza prolungare il preavviso. Questo tipo di accordo deve essere formalizzato per iscritto, specificando che il periodo di preavviso rimane invariato nonostante il godimento delle ferie. Tale soluzione permette all’azienda di non dover corrispondere l’indennità per ferie non godute, mantenendo al contempo buoni rapporti con il dipendente uscente.
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che il datore di lavoro può negare il pagamento dell’indennità per le ferie non godute se dimostra che è stato il dipendente a rifiutare di prendersi le ferie, nonostante gli inviti e i solleciti dell’azienda. Tuttavia, l’onere della prova resta a carico del datore di lavoro.
Quali assenze non interrompono il preavviso
Tutte le assenze retribuite fruite durante il preavviso interrompono il periodo: anche assenze per malattia, infortunio o maternità sospendono il decorso del preavviso, al pari delle ferie, prolungando di fatto la permanenza del lavoratore in azienda.
I permessi non retribuiti (ma anche le assenze ingiustificate) non interrompono invece il conteggio del preavviso. È quindi essenziale che l’azienda monitori attentamente il tipo di assenza del dipendente durante il preavviso per garantire il corretto calcolo dei giorni di preavviso e delle indennità spettanti, per evitare controversie legali o amministrative.