Sono un’infermiera di 64 anni in servizio dal 1980 con i requisiti per la pensione anticipata maturati nel 2019. Mi conviene attendere il 2025 per essere collocata a riposo secondo i limiti ordinamentali o andare in pensione anticipata entro il 2024? In questo caso, i giorni di permesso per Legge 104 interrompono il periodo di preavviso o diminuiscono il TFR? E quale differenza economica ci sarà tra stipendio e pensione?
I permessi Legge 104/1992 non interrompono il periodo di preavviso di dimissioni prima della domanda di pensionamento. Questi permessi vengono considerati come giornate di servizio effettivo, quindi anche se li utilizza durante il periodo di preavviso, il calcolo rimane valido e senza sospensioni. Tuttavia, le consiglierei di verificare presso il suo datore di lavoro o l’ufficio del personale eventuali particolarità contrattuali che potrebbero influire sulla sua situazione specifica.
Ai fini del Trattamento di Fine Rapporto, l’utilizzo dei permessi Legge 104 non è controproducente perchè sono considerati utili sia ai fini contributivi sia per il calcolo del TFR. Quindi, l’eventuale fruizione di tali permessi non comporterà alcuna penalizzazione né riduzione nel calcolo finale della liquidazione.
Più complesso il caso del congedo straordinario per l’assistenza a familiari con disabilità, regolato dalla Legge 104/1992 e disciplinato dal Decreto legislativo n. 151/2001, che può incidere sul calcolo del TFR, ma solo in parte, ossia riducendo la base di calcolo rispetto a una retribuzione piena, ma non sospendendo l’accantonamento per il TFR.
Durante il congedo straordinario, il lavoratore percepisce un’indennità a carico dell’INPS, che copre anche i contributi figurativi utili ai fini pensionistici, ed è pari all’ultima retribuzione tenendo conto delle sole voci fisse e continuative della retribuzionee non si maturano quote di accantonamento ulteriori.
Tenga comunque presente che per il calcolo del TFR, la base retributiva annua comprende anche eventuali scatti di anzianità, indennità e altri elementi.
Passando alla differenza di importo tra stipendio e pensione, è necessario tenere conto di alcune variabili specifiche. Basandosi sui dati che ha fornito e considerando un’uscita alla fine del 2024, la sua pensione dovrebbe essere calcolata con il sistema misto (contributivo + retributivo).
Avendo già maturato i requisiti per la pensione anticipata, l’importo pensionistico sarà determinato sulla base della media delle ultime retribuzioni per la parte retributiva (fino al 2011) e sulla base dei contributi versati dal 2012 in poi.
Come tasso di sostituzione, consideri una riduzione compresa tra il 20% e il 30% rispetto all’ultimo stipendio netto, in base ai contributi effettivamente versati e all’età di uscita. Nella sua situazione, la pensione dovrebbe attestarsi tra il 70% e l’80% dell’ultimo stipendio, considerando il calcolo misto.
Può anche utilizzare il simulatore “La mia pensione futura” sul sito INPS per un’ulteriore verifica personalizzata.
Infine, un’ultima considerazione: la Manovra 2025 non ha toccato i requisiti per la pensione anticipata 2025 ma è intervenuta sui limiti ordinamentali nel pubblico impiego, innalzandoli da 65 anni a 67 anni. A questo punto, se le preme uscire entro il prossimo anno, dovrà comunue scegliere la pensione anticipata, che nel suo caso non subisce penalizzazioni perchè è stata maturata nel 2019 (dal prossimo anno si riduce invece per i dipendenti delle gestioni ex-INPDAP che la maturano entro il 2024).
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Chiedi all'espertoRisposta di Anna Fabi