Il più apprezzato strumento di welfare aziendale resta quello dei buoni pasto e, in base al rapporto annuale della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, lo saranno anche per i prossimi anni. In generale, sta aumentando la diffusione di tutti gli strumenti e il trend proseguirà nel prossimo triennio.
In base ai dati del rapporto “Il welfare aziendale: diffusione e prospettive nelle PMI, 2023”, realizzato assieme a Pluxee (ex Sodexo BRS), il 62,8% delle imprese segnala una maggior diffusione di questi strumenti rispetto all’anno precedente, e il 64,2% si aspetta un andamento analogo per il triennio al 2027.
Welfare aziendale: i benefit più dffusi
Gli strumenti più gettonati tra le PMI al 2024 sono buoni pasto, buoni benzina e buoni spesa. Seguono, ma ben distanziati, l’assistenza sanitaria, il rimborso delle utenze domestiche e la previdenza complementare.
Per quanto riguarda la ripartizione territoriale, il welfare aziendale risulta più diffuso nel Nord Ovest e nel Nord Est, ma la crescita riguarda l’intero territorio nazionale.
I driver di crescita del welfare tra le PMI
Fra i motivi per cui negli ultimi anni sta crescendo l’interesse nei confronti di questi strumenti, la leva fiscale. Sono però rilevante anche altre motivazioni: il sostegno economico ai lavoratori, la semplicità della normativa, i contratti collettivi.
Le prospettive future
Per quanto riguarda le prospettive, l’indagine rileva come continueranno ad essere apprezzati i servizi che sostanzialmente consistono in un sostegno diretto ai lavoratori e alle loro famiglie.
Solo il 20,3% dei Consulenti del lavoro pensa che ci sarà un incremento degli interventi sul fronte della previdenza e il 10,6% su quello della formazione e aggiornamento professionale.
Benefit economici più in crescita
Ecco la classifica stilata da Pluxee e Fondazione Studi Consulenti del Lavoro:
L’indagine si interroga anche sul ruolo dei consulenti del lavoro nella promozione e attuazione delle misure di welfare aziendale tra le PMI.
Il 68,3% dei professionisti del settore dichiara di erogare servizi di welfare aziendale, anche se i fattori decisionali fondamentali non dipendono dal ruolo dei professionista: ritengono di essere «importanti, ma non decisivi» il 62,7% dei professionisti, anche se c’è un 31,9% che ritiene di essere decisivo.