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Nei giorni scorsi, sono state pubblicate nuove stime elaborate da @smileconomy e basate su diverse simulazioni di investimento per età (30, 40 e 50 anni) e tipologia di reddito di lavoro (lavoratori dipendenti o autonomi), che mettono a confronto i rendimenti del TFR lasciato in azienda e quelli degli accantonamenti destinati ad un fondo pensione o ad altre forme di previdenza integrativa.
Vengono anche calcolati i versamenti mensili necessari per raggiungere gli obiettivi pensionistici, considerando linee di investimento a rischio basso e alto.
TFR e fondi pensione: come variano i rendimenti
Negli ultimi 10 anni il Tfr lasciato in azienda ha reso in media il 2,4%, mediamente meno di quanto offrono i fondi pensione che investono in liquidità e obbligazioni, ma anche meno delle linee bilanciate di fondi negoziali e aperti e delle linee obbligazionarie miste dei fondi negoziali (compresi tra il 2,6% e il 3,1%).
=> Come scegliere il fondo e la pensione integrativa
Le simulazioni, pubblicate sul Corriere.it, mostrano che, per un lavoratore che investe 200 euro al mese in una linea bilanciata di un fondo pensione aperto, i rendimenti hanno un impatto maggiore soprattutto per i giovani. La rendita annua mostra valori compresi tra i 6.848 per un 30enne e di cirica 728 euro per un 60enne.
Per un 30enne può significare una differenza di 2.000 euro all’anno (il 41%), mentre per un 40enne una differenza di circa 700 euro all’anno (il 27%), per un 50enne o un 60enne si regitra, rispettivamente, una differenza del 15% e del 7%.
Età | Massima differenza rendimenti (%) |
---|---|
30 | 41 |
40 | 27 |
50 | 15 |
60 | 7 |
Impatto costi e rendimenti sui fondi pensione
Nei fondi negoziali, la differenza nell’Indice di Spesa Composto (ISC) a 10 anni è al massimo dell’1,13%, nei fondi aperti al 2,03%, mentre nei Piani Individuali di Previdenza (PIP) sale al 3,49%. Tuttavia, le differenze di rendimento possono superare i 4 punti percentuali.
Raccomandazioni
Per ottimizzare le risorse alla pensione, è importante trovare un equilibrio tra costi, rendimenti e servizi di consulenza. Sebbene la combinazione perfetta sia difficile da ottenere, la scelta migliore dipenderà dal contesto lavorativo e dalla fiducia nel consulente finanziario.
La discriminante è anche legata alla tassazione: il TFR è tassato tra il 23% e il 43% IRPEF, quello conferito in un fondo pensione tra il 9% e il 15% in funzione del numero di anni di iscrizione.