Le opere non amovibili edificate sulle spiagge possono essere acquisite a titolo gratuito dallo Stato italiano, nel momento in cui termina una specifica concessione: questa pratica non rappresenta infatti una restrizione alla libertà dello stabilimento balneare, almeno stando a quanto evidenziato dalla Corte di Giustizia UE.
La Corte UE si è così pronunciata in merito al ricorso avanzato dalla Società Italiana Imprese Balneari (SIB) in merito all’esproprio, effettuato dallo stato a titolo gratuito alla fine del periodo concessorio, delle opere realizzate negli stabilimenti.
Questa procedura risulta applicabile per tutti gli operatori esercenti attività nel territorio italiano e non costituisce una restrizione alla libertà di stabilimento. Secondo il Codice della Navigazione, peraltro, sarebbe previsto anche il pagamento di canoni demaniali maggiorati.
Da parte di Assobalneari Italia (Federturismo e Confindustria) sono state espresse numerose perplessità riguardo alla sentenza, che “distruggerebbe l’eccellenza turistica italiana”:
Le oltre trentamila imprese balneari hanno investito negli anni notevoli risorse nella costruzione e manutenzione delle strutture sulle spiagge e oggi questa eccellenza è riconosciuta dal numero di Bandiere Blu ottenute dai comuni italiani, ai vertici in Europa.La prospettiva di perdere tali investimenti senza alcuna compensazione mette in discussione la capacità e la volontà di investire, a fronte della minaccia di non vedere riconosciuti tali investimenti al termine della concessione.
Confimprese demaniali, invece, sottolinea come la sentenza non neghi un ristoro per le opere realizzate:
Il legislatore può intervenire per modificare la norma e ci auguriamo che si abroghi l’articolo 49 del Codice della navigazione, residuato che andava collegato con il diritto di insistenza.