Impresa Etnica, portale italiano per gli imprenditori immigrati, ha festeggiato il suo primo compleanno con ‘Voci, volti,visioni di Imprese etniche’, incontro tenutosi il primo Marzo a Milano che sarà presto replicato a livello nazionale con un vero e proprio tour che porterà in giro per l’Italia le testimonianze degli ‘extra-imprenditori’.
L’obiettivo di Impresa Etnica è infatti far conoscere le realtà degli imprenditori immigrati, favorendone l’integrazione. Le imprese create da immigrati sono in costante aumento, in particolare per quanto riguarda gli imprenditori e le imprenditrici provenienti dall’area mediterranea. Nello specifico, il tasso di imprenditoria immigrata è del 7,8% e, secondo il 14esimo rapporto Caritas/Migrantes del 2005, il numero dei titolari di impresa con cittadinanza estera è cresciuto del 27% passando da 56.421 a 71.843 imprenditori, concentrati quasi totalmente nel settore del commercio e dell’edilizia.
Attualmente in Italia sono ben 328.000 le imprese ‘immigrate’ e l’incontro promosso da Impresa Etnica rappresenta un’occasione per avvicinare queste realtà ai mass media e favorirne l’integrazione nel mondo imprenditoriale italiano. La sede prescelta è stata Milano, forte della presenza di oltre 24 mila imprese di immigrati.
Proprio l’assessore al Lavoro del capoluogo lombardo, Andrea Mascaretti, afferma che bisogna «continuare a creare e rinnovare le condizioni perché tutti possano partecipare allo sviluppo economico del territorio. Ogni impresa genera ricchezza e un’azienda con titolare immigrato ha un valore aggiunto: creare integrazione».
Difatti, l’ambiente competitivo in cui si troverebbe ad operare l’imprenditore immigrato è più complesso rispetto a quello dei suoi colleghi autoctoni, dal momento che egli è costretto ad affrontare sfide non solo di carattere economico ma anche sociale.
Inoltre, si tratta di un contesto in continua e rapida evoluzione, che vede una crescita quantitativa a cui deve ancora corrispondere un analogo incremento in termini di qualità. Infatti il 67% delle imprese ‘immigrate’ ha carattere individuale e, come spiega Vincenzo Cesareo dell’Ismu i dati rilevano «una capacità di fare impresa ancora limitata. L’azienda a cui ben sette immigrati su dieci danno vita è ancora troppo leggera, sia in termini strutturali sia di capitale, ma anche, spesso, di competenze. Gli immigrati devono acquisire la capacità di imporsi e crescere, non occupare solo gli spazi lasciati vuoti dalle ditte italiane».