Una fetta sempre più ampia di PMI utilizza il welfare aziendale in chiave strategica, coinvolgendo non solo i dipendenti e i loro familiari ma anche l’intera comunità in cui opera, tanto da assumere un ruolo sociale rilevante diventando un vero e proprio punto di riferimento sul territorio.
Questo è, in estrema sintesi, ciò che emerge dall’edizione 2024 del Rapporto Welfare Index PMI 2024, l’iniziativa sullo stato del welfare nelle PMI italiane promossa da Generali Italia con il patrocinio del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e quello del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali oltre al già presente patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Presentato a Roma lo scorso 13 giugno, il Rapporto Welfare Index PMI 2024 ha visto la partecipazione di circa 7mila imprese appartenenti a tutti i settori produttivi e provenienti da tutto il territorio nazionale. L’ottava edizione del progetto focalizza l’attenzione sulla maturità raggiunta dalle piccole e medie imprese, tanto da rappresentare una leva per rinnovare il sistema di welfare del Paese.
Il 75% delle PMI, in pratica 3 aziende su 4, ha superato il livello medio di welfare aziendale. La percentuale di PMI con livello di welfare molto alto e alto, inoltre, è triplicata dal 2016 a oggi passando dal 10,3% al 33,3%, mentre si è dimezzato il numero delle imprese che si limita ad adottare le misure di welfare previste dai contratti collettivi.
Un segnale più che positivo è dato anche dal numero di aziende nominate Welfare Champion nell’ambito del progetto: a ottenere le 5W del Rating Welfare Index PMI 2024 sono state ben 142 imprese, decisamente in aumento rispetto alle 120 del 2022, alle 105 del 2021 e soprattutto alle 22 premiate nel 2017.
Il welfare aziendale e le sue declinazioni
I dati dell’ultimo Rapporto Welfare Index PMI sottolineano come il tasso di iniziativa più elevato riguardi la conciliazione tra professione e vita privata (56,4%), seguito da salute e assistenza, previdenza e protezione, tutela dei diritti, delle diversità e inclusione sociale.
Il welfare aziendale, infatti, presenta numerose declinazioni che comprendono anche la formazione del capitale umano, il sostegno economico ai lavoratori, il supporto per educazione e cultura, la sicurezza, la responsabilità sociale verso consumatori e fornitori e più in generale il welfare di comunità.
Un grande protagonista della scena sociale ed economica italiana, inoltre, è il Terzo Settore, che nel welfare aziendale esercita un duplice ruolo: oltre a offrire soluzioni di welfare ai dipendenti, infatti, agisce come fornitore di servizi alle imprese. Gli enti del terzo settore che hanno raggiunto un livello alto e molto alto di welfare aziendale sono il 59,3%, mostrando tassi di iniziativa superiori alla media delle PMI.
PMI punto di riferimento per le comunità
Il welfare aziendale agisce come fattore di efficienza e di equità a livello sociale, trasferendo alle imprese una parte della spesa welfare sostenuta dalle famiglie soprattutto in ambito sanitario e assistenziale. Alleggerendo il peso economico che grava sui nuclei familiari, infatti, la diffusione del welfare aziendale può promuovere l’innovazione nei servizi sanitari e assistenziali.
Sono proprio le PMI, che sono largamente diffuse nel territorio italiano e che raggiungono 11,3 milioni di famiglie con lavoratori dipendenti appartenenti a tutte le fasce sociali, a costituire la base di un nuovo welfare di prossimità che ne rafforza il ruolo sociale.
“L’edizione 2024 del Rapporto Welfare Index PMI – ha dichiarato Giancarlo Fancel, Country Manager & CEO Generali Italia – evidenzia come una parte sempre più rilevante delle PMI abbia un elevato livello di welfare aziendale, che utilizza in chiave strategica e che estende alle famiglie dei dipendenti, fino all’intera comunità in cui opera. Il tessuto imprenditoriale italiano composto dalle piccole e medie aziende assume, dunque, un ruolo sociale importante, diventando punto di riferimento sul territorio. Come Generali, siamo certi che attraverso una partnership tra il settore pubblico e il privato che coinvolga le Istituzioni, gli enti territoriali, le famiglie, le imprese e il terzo settore si possa contribuire in maniera importante a rinnovare il welfare del Paese e a guardare con fiducia al futuro”.
Welfare aziendale: leva strategica di gestione dell’impresa
Tra le imprese coinvolte nell’indagine sono stati individuati quattro profili specifici e sono proprio le PMI che appartengono al gruppo del welfare strategico, pari al 18%, a considerare centrali gli obiettivi di impatto sociale e di reputazione.
Per le aziende di questo profilo il welfare è una leva strategica per la sostenibilità dell’impresa e per accedere a maggiori conoscenze specifiche, ma ad aumentare per queste aziende è anche la capacità di coinvolgere i lavoratori e di raggiungere un altissimo livello di proattività.
Queste imprese, inoltre, conoscono e utilizzano attivamente gli strumenti dei premi di produzione convertiti in welfare, così come i flexible benefit e i fringe benefit.
Più in generale, il Rapporto mostra come siano in netto aumento le imprese che hanno riscontrato impatti positivi del welfare aziendale sul business e sulla conduzione dell’azienda, dal punto di vista della produttività del lavoro (dal 28,3% nel 2022 al 36,7% nel 2024), del miglioramento del clima aziendale (dal 29,9% al 42,3%), della fidelizzazione dei lavoratori (dal 29,2% al 40,6%) e dell’immagine aziendale (dal 30,8% al 40,2%).
Welfare, occupazione e successo economico
Stando agli esiti del Rapporto Welfare Index PMI 2024, il welfare si dimostra un’eccezionale risorsa per accelerare crescita e produttività nelle imprese, basti pensare che la quota di imprese con aumento di fatturato nel 2023 cresce di pari passo con il livello di welfare aziendale.
Il fatturato per addetto e il margine operativo lordo per addetto, in particolare, aumentano pressoché linearmente al livello di welfare e mostrano i valori più elevati nelle imprese con un livello molto alto di welfare aziendale.
L’indice di redditività delle imprese con un livello di welfare molto alto è raddoppiato dal 2019 al 2023, mentre l’indebitamento decresce al crescere dei livelli di welfare. Per quanto concerne il legame tra welfare aziendale e capacità competitiva delle imprese sui mercati internazionali, invece, sebbene la quota di imprese esportatrici sia dell’8%, passando dal livello iniziale ai livelli più elevati di welfare aziendale i valori sono triplicati, dal 5% al 14,1%.
In ambito occupazionale, infine, le PMI con livello alto e molto alto di welfare aziendale hanno promosso una quota di assunzioni superiore alla media nazionale (78,8% contro il 60,7%).
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del Rapporto Welfare Index PMI 2024