Il calcolo dei vani catastali consente di conoscere quali ambienti della casa concorrono al conteggio delle rendite catastali, in modo da determinare le tasse che vengono applicate all’immobile in caso di acquisto o di vendita.
Per poter effettuare un calcolo corretto per un immobile a uso abitativo, tuttavia, è necessario innanzitutto conoscere sia le categorie di vani possibili sia le modalità di computo degli stessi, che variano a seconda della tipologia. È possibile distinguere tra:
- vani principali: sono le stanze principali di un’abitazione, come il soggiorno, la cucina indipendente, le camere da letto;
- accessori diretti: l’esistenza di questi vani è ritenuta necessaria per i servizi della casa e sono il bagno, eventuali ingressi, corridoi, ripostigli;
- accessori complementari o indiretti: sono le stanze che non sono indispensabili ma integrano i vani principali, come le cantine, i lavatoi, le soffitte e i sottoscala;
- dipendenze: sono tutte le superfici libere al servizio dell’abitazione, come portici e balconi.
Tra i vani principali che vengono computati per intero, ad esempio, rientrano gli ambienti con superfice fino a 20 metri quadri circa (in questo caso ogni Comune stabilisce limiti precisi), mentre si considerano accessori diretti i locali come ingressi, bagni e ripostigli, che vengono invece calcolati come un terzo di vano.
Gli accessori indiretti, come cantine e soffitte, sono conteggiati per un quarto di vano. Le dipendenze, infine, sono i portici, i balconi e le terrazze che si computano anche in questo caso come un quarto di vano.