In audizione parlamentare sul Piano strutturale di bilancio, il presidente del CNEL Renato Brunetta ha fatto il punto sulla riforma pensioni in via di stesura: entro fine anno, è infatti attesa una proposta da parte del Consiglio Nazionale Economia e Lavoro, di cui il Governo terrà conto per riscrivere il sistema previdenziale italiano.
Nel frattempo, sottolinea Brunetta, un punto critico nel breve termine è il sistema di rivalutazione degli assegni. Su questo aspetto, il presidente del CNEL ritiene che:
le modifiche sulle regole di indicizzazione debbano essere condivise e comunque apportate con cautela, soprattutto nel caso di sistemi a ripartizione e misti, in quanto basati sul patto tra generazioni e sulla salvaguardia del valore reale degli assegni nel tempo.
Sul tema, Brunetta ha confermato che entro fine anno arriverà “un’articolata analisi contenente specifiche
osservazioni e proposte” nell’ambito del disegno di legge per la riforma del sistema previdenziale.
Il riferimento è probabilmente alla Legge di Bilancio 2025, nella quale il Governo dovrà decidere se insistere sui tagli (sfidando la Corte Costituzionale) oppure se ritornare al sistema ordinario, con la perequazione che si applica in base a tre fasce di indicizzazione.
Proposta CNEL per la Riforma Pensioni 2025
Il Consiglio Nazionale Economia e Lavoro (CNEL), come anticipato, sta elaborando una proposta di riforma del sistema previdenziale sulla quale dovrebbe poi lavorare l’Esecutivo. A febbraio si è insediato un gruppo di lavoro specifico, con il compito di mettere a punto alcuni documenti tecnici sui seguenti temi: casse dei liberi professionisti, previdenza complementare, previdenza obbligatoria, contribuzione.
Entro fine anno dovrebbe poi essere definita una proposta di disegno di legge di riforma del sistema pensionistico, elaborata dal gruppo di lavoro coordinato da Domenico Garofalo, presso un tavolo al quale partecipano anche esperti di ISTAT, INPS e Banca d’Italia.
Nella Memoria CNEL depositata a margine dell’audizione di Brunetta alla Camera sul PSB 2025-2029, si rinnova la richiesta di
individuare soluzioni equilibrate per i lavoratori e i pensionati e si conviene sulla necessità di valorizzare la contribuzione versata e difendere il potere di acquisto dei trattamenti, mentre va avviata la riflessione sulla pensione di garanzia per i giovani.Gli interventi volti al contenimento della spesa pensionistica e destinati ad elevare la flessibilità del sistema di welfare devono da un lato salvaguardare gli equilibri tra le generazioni, dall’altro non colpire specifiche coorti demografiche o gruppi sociali.
Pensioni in Legge di Bilancio 2025 e proposte di riforma
Sul tema della perequazione, secondo le anticipazioni del Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, in Manovra tornerà la rivalutazione piena, anche perché l’indice di rivalutazione ISTAT per adeguamento dei prezzi al consumo all’inflazione dovrebbe attestarsi all’1,6%, dunque senza particolari scossoni per le casse dello Stato.
In Manovra, poi, come di consueto trovano posto soltanto le annuali proroghe di APE Sociale, Opzione Donna e Quota 103. Sul tema della flessibilità in uscita, invece, il CNEL propone invece una revisione strutturale:
Nel dibattito fra le Parti sociali si ipotizza l’abolizione del meccanismo delle quote e si propone in alternativa il funzionamento di una griglia di uscite anticipate da 64 a 72 anni, privilegiando come criterio di calcolo dell’assegno il metodo contributivo.
Un altro punto al quale il CNEL sta lavorando è la definizione di misure per incrementare il peso della
previdenza integrativa e tutelare le pensioni delle giovani generazioni.
Un primo passo in questo senso è già stato previsto in Manovra 2025, con un altro semestre di silenzio assenso in merito alla destinazione della quota di accantonamento del TFR ai Fondi Pensione invece che lasciarlo in azienda.