Cambia la strategia di Governo sui controlli fiscali dopo la marcia indietro sulla riattivazione del Redditometro, lo strumento di accertamento per la determinazione sintetica del reddito che non è più destinato a tornare in vigore, rendendo necessaria una riflessione e un approfondimento dei contenuti.
L’obiettivo del Governo resta quello di contrastare l’evasione fiscale senza tuttavia vessare i contribuenti. Lo ha ribadito prima di tutto la Premier Giorgia Meloni, sottolineando tuttavia il potere discrezionale dell’Amministrazione finanziaria nel contestare incongruenze tra il tenore di vita e il reddito dichiarato. Questo aspetto, secondo il Presidente del Consiglio, rende necessaria una rielaborazione delle metodiche di accertamento.
A commentare il blocco del “Redditometro 2.0”, dopo le aspre polemiche sollevatesi al riguardo, è stato anche il Viceministro all’Economia Maurizio Leo, “padre” della misura:
Il provvedimento che ho firmato tutela il contribuente ed è mirato ai grandi evasori, perciò bene una riflessione se c’è necessità, come ha detto giustamente la presidente Meloni, di fare un affinamento e di individuare queste due strade, o una precisazione nell’ambito del comma 5 dell’articolo 38 che parla del meccanismo che si basa su certi indicatori di capacità contributiva oppure di una eliminazione mirata a contrastare i fenomeni della grande evasione, che vanno accertati.
In poche parole: il decreto attuativo della riforma del Redditometro sarà rivisto ma non cancellato, limitando però l’applicazione dell’accertamento sintetico ai grandi o totali evasori.A tal fine, potrebbero essere riviste
La revisione del Redditometro potrebbe arrivare insieme a uno dei decreti delega relativi alla riforma fiscale.