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Riforma Pensioni: Fornero boccia Quota 41 per tutti

di Teresa Barone

28 Maggio 2024 08:38

Quota 41 per tutti con ricalcolo contributivo è troppo penalizzante ma diversamente costa troppo, per Fornero le promesse di Governo non sono realistiche.

Far debuttare la Quota 41 per tutti con la nuova Legge di Bilancio 2025 rientra tra gli obiettivi del Governo Meloni, che punta a sostituire l’attuale Quota 103 con un calcolo basato non sul requisito anagrafico ma con il ricalcolo interamente contributivo per andare in pensione dopo 41 anni di contributi versati.

L’annuncio programmatico è del Sottosegretario Claudio Durigon, che ha spiegato le intenzioni dell’Esecutivo: prorogare Opzione Donna e APE Sociale sostituendo Quota 103 (41 anni di contributi + 62 anni di età) con la Quota 41 senza soglia anagrafica ma con il ricalcolo interamente contributivo.

La Quota 41 per tutti è un’illusione

La proposta di Quota 41 per tutti prevede di estendere a tutti la possibilità di andare in pensione con 41 anni di versamenti, senza le limitazioni di categoria oggi previste per la Quota 41 ordinaria. Questo strumento di flessibilità in uscita, però, comporterebbe un notevole aumento dei costi per lo Stato, almeno senza condizionalità e penalizzazioni come il taglio dell’assegno dovuto al ricalcolo con sistema interamente contributivo.

Questo compromesso da un lato concede l’illusione di una pensione anticipata agevolata ma dall’altro penalizza i lavoratori come ha sempre fatto negli anni Opzione Donna, con tagli sull’assegno a volte superiori del 20% rispetto alla pensione teoricamente spettante.

Proporla come un’agevolazione sarebbe fuorviante, dal momento che è fortemente penalizzante.

Diversamente, se fosse attuata senza limitazioni come il ricalcolo contributivo o altre forme di “contenimento” della spesa, sarebbe insostenibile tenendo conto dei conti pubblici.

Dunque, sono in molti – tra economisti e politici – a considerare la proposta non sostenibile. La pensano così non soltanto la Corte dei Conti e l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, ma di fatto anche il Governo stesso in realtà.

Riforma Pensioni, riformulare gli obiettivi

Dinanzi a questa ovvia dicotomia tra realtà della misura allo studio e messaggio mediatico proposto, sono in molti a puntare il dito contro gli annunci di Governo. Come l’ex Ministra Elsa Fornero.

Intervenendo nel corso del Festival dell’Economia di Trento, infatti, quest’ultima ha esposto il suo parere riguardo i contenuti della riforma delle pensioni:

Il sistema pensionistico attuale è abbastanza sostenibile. Quota 41 non è sostenibile. È inutile parlare di controriforme ma aiutiamo le persone che sono in difficoltà. Quello che è sbagliato è pensare di risolvere i problemi con il pensionamento anticipato.

Secondo Elsa Fornero, piuttosto, è fondamentale valutare due elementi per verificare la sostenibilità della proposta: l’aspetto demografico e l’economia.

Il sistema pensionistico è una casa comune con all’interno le persone anziane, quelli meno anziani, i giovani, i bambini. La casa è comune. È un legame, un contratto generazionale scritto dallo Stato. Quando si fanno le promesse bisogna pensare che saranno i giovani a pagarle.

Dunque, la riforma pensioni 2025, secondo la ex ministra a cui si deve una delle leggi più odiate degli ultimi anni ma che di fatto ha posto un argine ad un sistema previdenziale che rischiava di non reggere nel lungo periodo, dovrebbe puntare su strumenti in grado di tutelare le pensioni future oltre ad agevolare quelle attuali.