La crisi economica si sta traducendo nella riduzione dei budget di investimento e in tagli al personale, in tutti i settori eonomici.
Non ultimo quello finanziario,che registra in tutto il mondo una forte perdita di molti posti di lavoro.
Oltre alle grandi realtà bancarie, a patire sono soprattutto i piccoli istituti di credito, producendo un effetto a catena volto a “salvare le banche” per salvare anche l’accesso al credito per le Pmi, ossia le imprese che più dipendono da finanziamenti e prestiti.
A quantificare il danno subito dal settore finanziario di tutto il mondo ci ha pensato l’ILO (International Labour Organization): i lavoratori mandati a casa sono stati 325mila.
Un numero destinato a crescere nei prossimi mesi, basti pensare che 130mila (40%) di questi sono stati perduti nel solo periodo che va tra ottobre 2008 e febbraio 2009.
Secondo il rapporto ILO “Impact of the financial crisis on finance sector workers“, a creare più “buchi” nel prossimo futuro saranno le piazze finanziarie di New York e Londra, limitando lo sguardo alle realtà dei licenzimenti al di sotto delle mille unità di personale.
Per correre ai ripari, in questi giorni si sono riuniti a Ginevra i rappresentanti dei principali governi, organizzazioni sindacali e datoriali, con lo scopo di discutere degli effetti della recessione sugli oltre 20 milioni di addetti al settore finanziario nel mondo.
I dati rilevati dal rapporto Ilo serviranno come spunto per individuare iniziative da intraprendere per dare sostegno ai lavoratori disoccupati del settore finanziario.