I commercialisti rappresentano una figura cruciale nell’ambito finanziario e fiscale italiano, offrendo servizi di consulenza a una vasta gamma di clienti, dai dipendenti, ai commercianti, agli autonomi, ai liberi professionisti, alle piccole imprese, fino ad arrivare alle grandi multinazionali.
La loro competenza abbraccia molteplici aspetti, tra cui la gestione contabile, la consulenza fiscale, la revisione dei conti e la consulenza strategica. Una varietà di competenze che consente loro di fornire un supporto personalizzato sulle specifiche esigenze per l’adempimento delle normative fiscali e contabili, nonché per l’ottimizzazione della gestione finanziaria delle aziende e dei professionisti.
Si tratta di una figura professionale molto ambita, anche con l’idea – abbastanza diffusa – che consenta di ottenere guadagni piuttosto interessanti.
Una delle domande comuni che ci vengono poste in merito è infatti: quali sono i guadagni medi di un commercialista in Italia?
Precisiamo subito che non è possibile rispondere a questa domanda in modo univoco, poiché richiede un’analisi approfondita dei fattori che influenzano lo stipendio di un commercialista, una professione, tra l’altro influenzata da una elevata competitività, aumentata peraltro negli anni, portando a un graduale calo dello stipendio medio.
Oltre all’esperienza e alla specializzazione, altri elementi come la posizione geografica, le dimensioni dello studio, in cui lavorano, nonché dei clienti, possono avere un impatto significativo sui guadagni dei commercialisti italiani. Senza considerare che, le tendenze del mercato e i cambiamenti normativi – ad esempio specifiche agevolazioni o nuove modalità di tassazione, o riforme previdenziali/fiscali – possono influenzare le prospettive di guadagno a lungo termine per i commercialisti, così come per gli altri professionisti italiani.
Andiamo quindi a vedere i fattori che incidono sui guadagni dei commercialisti in Italia per cercare di comprendere meglio le prospettive di carriera e le opportunità finanziarie per coloro che intraprendono questa interessante professione.
I fattori che influenzano il reddito dei commercialisti
I guadagni dei commercialisti in Italia dipendono da una serie di fattori chiave che vanno oltre il semplice numero di ore lavorate. vediamo quali sono i principali elementi che influenzano il loro reddito:
- esperienza e specializzazione, ovviamente tanto maggiore è l’esperienza e tanto migliore è la specializzazione in settori di alta richiesta, come la consulenza fiscale o la revisione dei conti, tanto maggiore è la possibilità di ottenere guadagni elevati;
- posizione geografica: la posizione geografica dello studio di un commercialista può influenzare notevolmente i suoi guadagni. In generale, le città più grandi e le aree economicamente più sviluppate offrono maggiori opportunità di lavoro e compensi più alti rispetto alle aree rurali. Disparità di compensi si registrano anche tra Nord e Sud d’Italia;
- dimensioni dello studio e dei clienti: lo studio in cui un commercialista lavora e il tipo di clientela che gestisce possono avere un impatto significativo sui suoi guadagni. Come è facile immaginare, studi di maggiori dimensioni e clienti di fascia alta tendono ad offrire compensi più generosi;
- tendenze del mercato e normative: le tendenze del mercato, comprese le variazioni nei bisogni dei clienti e le nuove normative fiscali, possono influenzare direttamente i guadagni dei commercialisti. ad esempio, le riforme fiscali o le nuove tecnologie possono creare nuove opportunità di lavoro o cambiare la domanda di servizi di consulenza.
Quanto guadagna un commercialista in Italia
In generale, il reddito di un commercialista in Italia può oscillare tra cifre più basse e altre più elevate, influenzate da molteplici fattori, come il costo della vita, la domanda di servizi contabili e fiscali, nonché il livello di specializzazione e l’esperienza dei professionisti nelle diverse aree geografiche.
Secondo i dati forniti dai report recenti, il reddito medio annuo di un commercialista in Italia va dai 33.000 euro, ai 59.258 euro, ai 62.282 euro. Tuttavia, esistono disparità significative tra le diverse regioni italiane. Ad esempio, un commercialista in Trentino Alto Adige può guadagnare circa 105.000 euro all’anno, mentre in Lombardia, a parità di esperienza e clienti, il reddito medio si aggira intorno ai 95.000 euro. Al contrario, in regioni come la Calabria il reddito annuo può essere di circa 24.000 euro.
In base all’esperienza, considerando un commercialista con partita IVA con 5 anni di esperienza, i guadagni mensili medi sono di circa 1.500 euro (18mila euro l’anno). Con l’aumentare dell’esperienza e del numero dei clienti, i guadagni mensili medi aumentano fino ad arrivare ai 6mila euro mensili (72mila euro l’anno).
Con riferimento, invece, al lavoro con contratto da lavoro subordinato, lo stipendio di un commercialista dipendente dipende dai contratti nazionali, che indicano un guadagno iniziale mensile netto di circa 1.200 euro. I commercialisti più esperti possono guadagnare il doppio. Possono lavorare in aziende di grandi dimensioni e multinazionali con stipendi fino a 5.000 euro netti al mese.
Guadagno netto dei commercialisti
Ovviamente si tratta di medie, le cifre esatte variano anche di molto, in base, ai fattori sopra citati. A queste cifre, inoltre bisogna sottrarre le tasse che, trattandosi nella maggior parte di liberi professionisti, vengono pagate annualmente con la dichiarazione dei redditi. Il guadagno netto annuo può variare di molto da professionista a professionista in base al regime fiscale applicato (es. forfettario oppure ordinario) e alle possibili spese portate in detrazione/deduzione (se in regime ordinario).
=> Calcolo stipendio netto per dipendenti, collaboratori e Partite IVA
Ai guadagni vanno poi sottratti i contributi previdenziali che i commercialisti iscritti all’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili versano alla Cassa Previdenziale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.
Per i commercialisti dipendenti, IRPEF e contributi previdenziali vengono invece sottratti dal lordo mensile.
=> Addizionali IRPEF 2024: meno tasse in busta paga
Come si diventa commercialista
Per diventare commercialista bisogna conseguire la Laurea magistrale in Economia e Commercio. Con la laurea triennale è possibile diventare esperti contabili, ma non commercialisti. Successivamente, si svolge un tirocinio della durata di 18 mesi presso uno studio di un commercialista iscritto all’Albo da almeno cinque anni. Dopo il tirocinio, si può sostenere l’esame di Stato per diventare Dottore Commercialista e iscriversi all’Albo.
L’esame consiste in quattro prove, tre scritte e una orale. Sono dispensati dal sostenere la prima prova scritta:
- gli iscritti alla Sezione B dell’albo (esperti contabili);
- coloro che hanno ottenuto un titolo di studio da uno dei corsi di laurea svolti in base alla convenzione di cui all’articolo 43 del D. Lgs. 28 giugno 2005, n. 139
Dottori commercialisti vs. Esperti contabili
Il Commercialista è specializzato in questioni fiscali, tributarie e legali al fine di garantire una corretta gestione del patrimonio. Può svolgere compiti amministrativi e ricoprire ruoli specifici come sindaco o revisore del bilancio. Inoltre, può fornire consulenze tecniche in ambito societario, legale e contrattuale.
L’Esperto Contabile si occupa della contabilità e fornisce consulenza fiscale a persone fisiche e giuridiche. Può valutare e controllare la preparazione del bilancio e la corretta tenuta della contabilità, oltre a occuparsi della tassazione e della redazione dei documenti di chiusura dell’esercizio.
Commercialisti: sfide e opportunità del settore
Dopo l’iscrizione all’Albo, il commercialista è tenuto al segreto professionale e deve mantenersi costantemente aggiornamento sulle normative e leggi che, come sappiamo, in Italia vengono modificate continuamente. Così come sono sempre in evoluzioni le opportunità e le sfide che questo settore presenta, non ultima la crescente pressione competitiva, alimentata dalla globalizzazione e dalla digitalizzazione dei servizi. La disponibilità di strumenti digitali e software avanzati ha reso più accessibili alcuni servizi contabili e fiscali, aumentando la competizione tra studi professionali e promuovendo una maggiore trasparenza e standardizzazione nel settore.
Allo stesso tempo, questa digitalizzazione offre anche nuove opportunità per i commercialisti. L’automazione dei processi contabili e fiscali consente loro di ottimizzare le proprie operazioni e concentrarsi su attività ad alto valore aggiunto, come consulenza strategica e pianificazione fiscale. In questo contesto, i commercialisti possono trovare vantaggio nell’investire in tecnologie innovative e sviluppare partnership strategiche con altre aziende del settore per offrire soluzioni integrate e orientate al cliente.
La formazione continua e l’aggiornamento professionale diventano quindi cruciali per rimanere competitivi in un ambiente in continua evoluzione.