Rallenta la corsa al pensionamento in Italia, a causa dei vincoli sempre più stringenti: dopo il boom di Quota 100 nel pubblico impiego, oggi la scure su Quota 103 ha prodotto un calo del 16,6% delle domande di pensione nel primo trimestre del 2024 rispetto a un anno fa.
E’ quanto si legge tra le righe dell’ultimo Osservatorio INPS sui flussi di pensionamento in Italia. Vediamone le principali evidenze.
Pensioni 2024 a tinte fosche
Il numero di pensioni con decorrenza nel primo trimestre 2024 sono state 187.223, tra pensioni di vecchiaia, assegni sociali, pensioni anticipate, di invalidità e ai superstiti:
- 72.829 vecchiaia,
- 56.660 anticipate,
- 8.756 invalidità
- 48.978 superstiti.
La gestione dove si è registrato il calo più consistente è quella dei dipendenti pubblici (-34,94%), soprattutto per le pensioni di vecchiaia. Si salvano solo gli assegni sociali (di importo medio pari a 497 al mese).
Ecco i numeri per le singole gestioni:
- dipendenti privati 86.031,
- dipendenti pubblici 18.905,
- artigiani 21.182,
- commercianti 17.906,
- parasubordinati 9.752,
- coltivatori diretti, coloni e mezzadri 8.492,
- assegni sociali 24.955.
L’importo medio delle pensioni decorrenti nel 2024 è di 1.225 euro (era di 1.206 euro nell’intero 2023), spaziando dai neppure 900 euro per la pensione di vecchiaia ai poco più di 2mila euro circa per la pensione anticipata.
Dipendenti pubblici in corsa per la pensione anticipata
Nella PA, più della metà dei nuovi trattamenti è rappresentata da pensioni anticipate, complice le penalizzazioni previste dal prossimo anno in tema di finestre mobili per molti statali (ex INPDAP), anche nel caso di lavoratori precoci con Quota 41.
L’importo medio delle pensioni ai dipendenti pubblici si attesta sui 2.268 euro. Per quelle anticipate si sale a 2.483 euro con un’età media di 61,8 anni.
Per le donne una pensione sempre più a ostacoli
I trattamenti erogati alle donne (con assegno medi di 999 euro contro i 1.473 euro degli uomini) sono oltre il 30% in meno, anche per colpa del flop Opzione Donna: 1.276 pensionamenti nel primo trimestre 2024.
Poveri anche gli assegni erogati: 518 pensioni fino a 999 euro, 505 pensioni tra 1.000 e 1.500, appena 152 pensioni tra 1.500 e 2.000 euro, mentre solo 101 neo-pensionate si sono portate a casa più di 2.000 euro.
Il problema non è tanto la penalizzazione del ricalcolo contributivo dell’assegno (che negli anni passati non ha mai fatto desistere le aspiranti pensionande) ma piuttosto la limitazione della platea: caregiver familiari, invalide almeno al 74%, dipendenti o licenziate da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto presso il Ministero.
Non è detto se la misura sarà prorogata con la riforma pensioni 2025, ma visti i risultati trascurabili (e i costi ridotti per le casse pubbliche) il Governo potrebbe anche mantenerla e cercare di far contenti sindacati ed elettori.