Le imprese distrettuali hanno performance migliore delle altre aziende in termini di fatturato, export, investimenti, resilienza e capacità di reagire agli shock geopolitici. E, secondo il rapporto annuale di Intesa Sanpaolo su Economia e finanza dei distretti industriali, hanno buone prospettive di crescita anche per il biennio in corso, 2024-2025, con un’accelerazione prevista a partire dalla seconda metà di quest’anno.
Il report, alla sedicesima edizione, si concentra in particolare sulle sfide green e digitale.
Imprese distrettuali, più fatturato e redditività
Dopo il picco segnato durante la ripresa post Covid del 2021-2021, il 2023 è stato contrassegnato da una sostanziale stabilità, con performance migliori in alcuni settori come la meccanica e l’agro-alimentare.
Nel dettaglio, il fatturato 2023 delle imprese dei distretti segna un lieve incremento dello 0,8%, collocandosi abbondantemente sopra i livelli del 2019 (+20% circa a prezzi correnti). La performance è in tutti i casi migliore rispetto a quella delle imprese non distrettuali.
Spiccano i distretti specializzati nella meccanica e nell’agro-alimentare, con una crescita sostenuta dall’export (+7,9% e +4,5%). Per il 2024 e 2025 è previsto un aumento dei ricavi pari rispettivamente all’1,1% e al +2%, e si conferma il buon momento per agro-alimentare e meccanica. I
l primo settore potrà contare su un potenziale di crescita inespresso sui mercati internazionali. Il secondo beneficerà della maggior domanda di beni di investimento attivata dalla transizione digitale e green.
Resilienza: forte riposta alle crisi
Altro punto a favore dei distretti, la resilienza rispetto alla crisi energetica innescata dalla guerra in Ucraina nel 2022, con gli indicatori di redditività che hanno mostrato una buona tenuta.
In realtà l’EBITDA, margine operativo lordo, ha subito un leggero ridimensionamento, ma in compenso si è rafforzato il ROI, ritorno sull’investimento. Qui, si distinguono e imprese con impianti di autoproduzione di energia.
Il 16,6% delle imprese ad alta marginalità sia nel 2019 sia nel 2022 autoproduce energia rinnovabile, cinque punti percentuali in più rispetto alle altre imprese. Queste differenze sono significative in ogni dimensione aziendale e settore e sono particolarmente pronunciate tra le medie imprese, nel sistema moda e nella filiera dei metalli.
In media invece l’export distrettuale è rimasto stabile (anche qui, dopo il record 2022). I distretti hanno superato la debolezza del mercato tedesco cogliendo le opportunità di crescita presenti in altri mercati, come Turchia, Emirati Arabi Uniti, Messico, Arabia Saudita, Cina. L’avanzo commerciale 2023 è salito di 4,4 miliardi di euro (+4,8%), toccando la quota record di 94,3 miliardi di euro.
I punti forti delle imprese distrettuali
Gli altri punti forti delle imprese distrettuali sono i seguenti.
- Rafforzamento patrimoniale: il patrimonio netto è salito sopra la soglia del 30% nei distretti, leggermente superiore ai valori osservati al di fuori dei distretti. Questa percentuale è raddoppiata in vent’anni (era di poco sotto il 16% nel triennio 1998-2000). Il grado di patrimonializzazione, nel quadriennio 1998-2001, è salito al 22,2% nei distretti, circa il doppio rispetto alle altre imprese. I divari sono più contenuti in termini di redditività, liquidità e crescita. Quindi, la patrimonializzazione rappresenta un’importante protezione contro i rischi geo-politici e le turbolenze macroeconomiche.
- Efficienza energetica: un quarto delle imprese distrettuali tra il 2019 e il 2023 ha contenuto al 4% l’aumento della bolletta energetica. Sono fra le aziende più attive sul fronte delle rinnovabili e dell’efficientamento dei processi produttivi.
- Investimenti 4.0: la digitalizzazione impatta significativamente sulla crescita e sulla produttività, le imprese distrettuali che hanno utilizzato gli incentivi 4.0 hanno avuto un aumento di fatturato del 32,5% tra il 2019 e il 2022, percentuale doppia rispetto a quelle non 4.0.
Le prossime sfide d’impresa
Le strategie per i prossimi anni si basano su tecnologia e capitale umano. Il report segnala la particolare attenzione da dedicare al climate change, il 15% delle imprese distrettuali è esposto a un rischio alluvione medio o elevato.
L’omogeneità delle produzioni e delle tecnologie che caratterizza i distretti può semplificare la gestione aggregata dei servizi legati all’efficienza energetica e dei consumi, si pensi ad esempio alla gestione della risorsa idrica nella fase di approvvigionamento, in quella di raccolta e depurazione dei reflui industriali e nelle pratiche di riutilizzo.
Un contributo potrà poi venire dai rapporti di filiera. Proprio nei distretti è più alta la ricerca di fornitori che riducono l’impatto ambientale, soprattutto da parte delle imprese medio-grandi, che spesso svolgono funzione di ‘capofila’ e possono, quindi, generare un effetto ‘a cascata’ verso le imprese più piccole, maggiormente indotte a effettuare investimenti in questa direzione per continuare a essere partner strategici.
Vanno ulteriormente implementati gli investimenti in tecnologie, soprattutto su analisi dei dati, e- commerce e intelligenza artificiale. Su questi fronti, si rileva un posizionamento migliore del settore alimentare e bevande e, viceversa, un maggiore ritardo per il sistema moda italiano.
Infine, manodopera qualificata cercasi. Qui si mette l’accento sugli impegni da portare avanti a livello sistemico: potenziamento degli ITS e l’avvicinamento delle Università al tessuto produttivo, sensibilizzazione dei giovani alle opportunità offerte dalle eccellenze aziendali presenti sul territorio anche in termini valorizzazione del merito, carriera, remunerazioni.