Gli eredi possono portare in detrazione le spese mediche riferite ad una persona deceduta, anche se si tratta di un familiare non a carico, nel caso in cui debbano finire di pagare un debito del de cuius contratto per spese mediche (ad esempio, le rate di un apparecchio sanitario).
Lo precisa il Fisco, facendo riferimento alla normativa del TUIR che conferma la detrazione dall’IRPEF pari al 19% per le spese sanitarie sostenute dagli eredi di un contribuente dopo il decesso di quest’ultimo, che non necessariamente doveva essere un familiare fisicamente a carico.
Lo stesso principio si applica nel caso in cui gli eredi siano più di uno e qualora tutti abbiano sostenuto le spese mediche del defunto, come ha precisato il Ministero delle Finanze nella circolare n. 22 del 1° giugno 1999.
Sulla base dei principi civilistici gli eredi subentrano in tutti i rapporti attivi e passivi del de cuius. Pertanto, dopo il decesso gli eredi sono tenuti a pagare tutti i debiti del deceduto, ivi comprese le eventuali spese sanitarie. Analogamente, gli stessi subentrano in tutti i crediti vantati dal deceduto, ivi compresi gli eventuali crediti d’imposta.
Se il contribuente non fosse deceduto, avrebbe sostenuto la spesa e maturato un credito d’imposta pari alla detrazione spettante.
Pertanto, è logico che si generi un diritto alla detrazione da parte dell’erede che ha sostenuto le spese o degli eredi relativamente alla quota di spese effettivamente sostenute.
=> Detrazioni spese mediche non ereditabili
Il diritto alla detrazione, infatti, spetta agli eredi relativamente alla quota di spese effettivamente sostenute.