A partire dal 1° gennaio 2024 è venuta meno la cumulabilità dei redditi da lavoro autonomo percepiti dal personale medico e sanitario in pensione impiegato nel contrasto alla pandemia da Covid, come previsto dal Decreto-legge n. 215 del 30 dicembre 2023.
La normativa, recepita dall’INPS con il messaggio n. 1259/2024, ha previsto la proroga al 31 dicembre 2024 degli incarichi di lavoro autonomo conferiti ai pensionati per impegnanti a causa del Covid, tuttavia il differimento non prevede anche la deroga alla regola della cumulabilità con la pensione.
L’INPS sottolinea che:
I redditi percepiti a seguito di incarichi semestrali di lavoro autonomo conferiti entro il 31 dicembre 2024 ai dirigenti medici, veterinari e sanitari, nonché al personale del ruolo sanitario del comparto sanità, collocati in quiescenza, anche ove non iscritti al competente albo professionale in conseguenza del collocamento a riposo, nonché per gli operatori socio-sanitari collocati in quiescenza, comportano l’incumulabilità con i trattamenti pensionistici.
A decorrere dal 1° gennaio 2024, quindi, l’incumulabilità dei redditi riguarda i seguenti trattamenti pensionistici:
- Quota 100 a 62 anni e anzianità contributiva non inferiore a 38 anni, maturati fino al 31 dicembre 2021;
- pensione anticipata a 64 anni di età con 38 anni di contribuzione, maturati nell’anno 2022;
- pensione anticipata flessibile a 62 anni e anzianità contributiva da 41 anni, richiesti per gli anni 2023 e 2024.